
L’allarme è stato lanciato da Marco Leardi su Il Giornale. Le recenti manifestazioni pro-Palestina, secondo il quotidiano milanese, non sarebbero semplici proteste. Dietro agli slogan e ai cortei si celerebbe, infatti, un piano eversivo promosso da gruppi di estrema sinistra come i Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo).
Non si tratterebbe più solo di esprimere solidarietà al popolo palestinese, ma di una vera e propria mobilitazione volta a destabilizzare il governo italiano. Secondo Il Giornale, queste manifestazioni non mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma a creare un moto di disordine sociale che avrebbe come finalità di “cacciare il governo Meloni“.
L’obiettivo dei Carc: rovesciare il governo Meloni
Il punto centrale del piano, secondo quanto riportato dal quotidiano, sarebbe chiaro: la mobilitazione deve sfociare in un tentativo di sostituire l’attuale governo con uno che rappresenti le istanze delle “masse popolari“. Nel comunicato pubblicato dai Carc, si invita esplicitamente a “cacciare il governo Meloni” e a imporre un nuovo esecutivo definito “di emergenza popolare“, che si faccia portavoce delle rivendicazioni contro il “genocidio in Palestina”. Questa prospettiva, secondo il parere di Il Giornale, rappresenta un pericoloso passo verso l’eversione e l’antidemocrazia.

Dalla mobilitazione alla lotta violenta
Nel comunicato, i Carc non si limitano a esprimere critiche contro il governo e la situazione in Palestina, ma fanno appello a una vera e propria lotta violenta. “La guerra va combattuta anche nel nostro Paese“, si legge nel documento, che incita i manifestanti a non limitarsi a proteste pacifiche, ma a usare i disordini come strumento per raggiungere i loro obiettivi politici. Un esempio citato riguarda la manifestazione pro-Palestina del 5 ottobre scorso, vietata dalle autorità ma che, secondo i Carc, “alla fine hanno dovuto ingoiare“.
La volontà di creare un “ordine sociale giusto”
Secono l’articolista, dai comunicati emergerebbe il pericolo che i Carc vogliano spingere la protesta ben oltre il semplice dissenso, portando le loro rivendicazioni sul terreno dello scontro diretto con le forze di sicurezza. L’obiettivo è chiaro: utilizzare il disordine come “primo passo per instaurare un ordine sociale giusto“. Il quotidiano sottolinea come questa ideologia violenta, per quanto possa sembrare estrema, rappresenti una minaccia concreta per la stabilità politica e sociale del Paese.
Un piano sovversivo contro la classe dominante
Nel comunicato si fa riferimento a una lotta contro “la classe dominante” e contro i “guerrafondai“, con l’intento di imporre un “governo di emergenza“. Secondo il quotidiano, questa chiamata alle armi, che unisce varie forze del movimento comunista e anti-guerra, mostra come l’obiettivo finale sia una destabilizzazione dell’ordine democratico e una sostituzione del governo attuale con uno espressione delle istanze ultraprogressiste. Un obiettivo che pare più un’utopia più che un progetto realizzabile. Ma che, per il linguaggio usato, richiama alla memoria momenti molto difficili che l’Italia si è trovata ad affrontare in passato, quando i gruppi terroristi portarono il loro assalto alle istituzioni dello Stato.