
Il blitz della premier Giorgia Meloni ha preso forma domenica sera, con una mossa che ha sorpreso il panorama politico. A riferirlo è Giuseppe Colombo su Repubblica. In un vertice tenuto segreto, la Premier ha convocato Matteo Salvini, Antonio Tajani e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per discutere la legge di bilancio, nonostante le coperture economiche siano ancora in fase di definizione. L’obiettivo? Accelerare i tempi e lanciare un segnale di compattezza alla maggioranza, evitando che le tensioni interne proseguano.
La sfida delle coperture e le tensioni interne
Al centro del dibattito, fra gl altri argomenti, ci sono gli extraprofitti delle banche: da un lato la Lega spinge per la tassa, dall’altro Forza Italia la rifiuta, temendo ripercussioni su Mediolanum, istituto legato alla famiglia Berlusconi. A complicare ulteriormente la situazione, i tagli ai ministeri, con Giorgetti pronto a recitare la parte del “cattivo”, con l’obiettivo di ridurre le spese di almeno il 5%.
Nonostante le difficoltà, Meloni ha inserito la legge di bilancio nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Il pacchetto, che include tabelle del Documento programmatico di bilancio e un decreto Anticipi, è pronto, ma le risorse per finanziarlo rimangono incerte. Le coperture saranno frutto di tagli e razionalizzazioni, ma la situazione è in evoluzione, con trattative ancora in corso.

Salvini e Tajani puntano sulle loro misure bandiera
Durante il vertice, Salvini e Tajani hanno chiesto conto alla premier delle loro proposte chiave: Salvini preme per l’estensione della flat tax, mentre Tajani insiste per un taglio dell’Irpef per i redditi fino a 60 mila euro. Giorgetti però non offre certezze, poiché mancano ancora le risorse necessarie a sostenere la manovra da 25 miliardi.
Il ruolo delle banche e la richiesta di 4 miliardi
Le banche sono un tassello fondamentale per le coperture della manovra. Giorgetti ha chiesto loro un “contributo” di 4 miliardi in due anni, da ottenere intervenendo sul trattamento fiscale delle imposte differite. Le trattative con l’Abi sono ancora in corso e il loro esito sarà determinante per il futuro delle misure di Lega e Forza Italia. Nonostante le rassicurazioni del Tesoro, i banchieri temono che la situazione possa cambiare.

Forza Italia, che si è riunita alla vigilia del Cdm, mantiene il focus sul taglio delle tasse per il ceto medio. Tajani spinge affinché l’aliquota Irpef per i redditi tra 28 e 50 mila euro venga ridotta dal 35% al 33%. A questo proposito, Giorgetti ha già avvertito che i fondi per estendere la misura fino a 60 mila euro non sono disponibili, e che le coperture per queste riduzioni fiscali rimangono fragili.
Ultime trattative e corsa contro il tempo
La ricerca delle risorse continua, con Giorgetti che preme per una spending review dei ministeri che potrebbe portare a un risparmio di almeno 3 miliardi. Nel frattempo, il Tesoro ha confermato che non ci saranno aumenti di tasse per persone e aziende, ma resta il problema di trovare fondi sufficienti per finanziare l’intera manovra. I tecnici del Tesoro e dell’Abi sono impegnati per definire gli ultimi dettagli e capire chi pagherà il conto finale.