
Una nuova crisi del gas si sta per abbattere sull’Europa, e ancora una volta c’è di mezzo la guerra tra Russia e Ucraina. Secondo le ultime notizie, infatti, l’Ucraina non estenderà l’accordo di transito per i flussi con la Russia dopo la sua scadenza, ovvero il 31 dicembre 2024. Nonostante Mosca ormai fornisca solo una minima quantità di gas all’Europa, la fine dell’accordo di transito con Kiev – che ha consentito finora il passaggio di alcuni flussi cruciali per diversi Paesi europei – potrebbe creare nuovi problemi di approvvigionamento. L’Ue potrà davvero fare a meno del combustibile russo? Secondo le stime, proprio dicembre farà da banco di prova: è infatti questo il mese individuato per lo scoppio della crisi del gas in Europa. A pagare il prezzo maggiore della scelta ucraina, dietro la quale sembra comunque esserci una regia europea, o comunque l’avallo di Bruxelles, saranno Austria, Slovacchia e Ungheria, però con ripercussioni su tutto il continente. Questi Paesi, infatti, ricevono ancora gas russo e sostengono che si tratta del combustibile più economico per loro. Quali saranno dunque le conseguenze?
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Attualmente, i Paesi dell’Ue che ottengono il gas russo lo ottengono al minor prezzo possibile, senza dipendere da intermediari che lo rivendono a costi più alti. Come spiega Violetta Silvestri su Money.it, eliminare del tutto la via di transito dall’Ucraina significherebbe per loro “stipulare nuovi contratti, progettare nuove rotte, sia per il Gnl che si snoda dalla costa, sia per i gasdotti provenienti da altri Paesi per sostituire gli input russi persi. In entrambi i casi, i costi sarebbero sostanziali”. La fine dell’accordo di transito del gas russo in Ucraina, e quindi nei Paesi dell’Europa orientale, rischia di accendere una nuova crisi. Samantha Gross, direttrice dell’Energy Security and Climate Initiative presso la Brookings Institution ha affermato che l’intera Ue potrebbe risentire di “effetti a catena”. Mentre l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha avvertito che la potenziale scomparsa del gasdotto ucraino rappresenta una “chiave di incertezza” per l’Europa questo inverno. Ora tutti temono nuove speculazioni e nuove impennate dei prezzi.