
Con l’arrivo dell’autunno inevitabilmente aumenta anche la circolazione dei virus respiratori. Quest’anno si dovranno fare anche i conti con la cosiddetta variante australiana dell’influenza. Si chiama così perché l’Australia ne è stata particolarmente colpita nei mesi scorsi. Si prevede che possa provocare circa 15 milioni di infezioni, a fronte delle 14,6 dello scorso anno dovute a diversi virus stagionali.
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In questi giorni, dunque, è sbarcata anche in Italia, con alcuni casi rilevati in Lombardia, l’influenza australiana del tipo virale H3N2 che nell’emisfero sud del mondo ha provocato una grossa epidemia durante i mesi invernali, con un alto numero di ricoveri e di pazienti in Terapia intensiva.

“In Australia questo virus ha provocato la seconda stagione influenzale più aggressiva degli ultimi 10 anni. – lancia l’allarme Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale e direttore sanitario dell’Irccs ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano – Il tipo H1N1 è invece un virus che non sembra manifestare una maggiore aggressività rispetto agli anni passati. Questo riscontro però indica che la stagione di circolazione dei virus influenzali in Italia è già iniziata, come era previsto dai dati provenienti dalla sorveglianza epidemiologica globale. Quando può colpire in modo massiccio? Quando il freddo sarà intenso e prolungato, solitamente durante le feste natalizie”.
Pregliasco punta tutto sui vaccini
“I principali segnali da tenere sotto controllo includono febbre oltre i 38 gradi, almeno un sintomo respiratorio come tosse e naso che cola e almeno un sintomo generale, come occhi arrossati, e dolori muscolari e articolari. – prosegue Pregliasco – Di certo, per tutti, anche per gli anziani, è consigliato l’uso di un antinfiammatorio con automedicazione responsabile, quindi senza eccessi.
Per anziani e pazienti fragili è suggerito subito un tampone così da escludere la presenza di Covid, la cui cura richiederebbe l’uso dell’antivirale Paxlovid. Diventa ancora più importante vaccinarsi, specialmente per le persone fragili, con l’obiettivo di ridurre il rischio di complicanze. Lo specialista deve arrivare a poter dire al suo paziente: è importante che ti vaccini, entra nella porta qui accanto e fallo”, conclude Pregliasco.