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Il fidanzamento satellitare tra Giorgia Meloni ed Elon Musk: il caso Starlink

Pubblicato: 17/10/2024 10:27

Ovviamente non parliamo del gossip americano tra la Meloni ed Elon Musk, ma della sua società, Starlink, e qualcuno, non Crosetto che sembra ormai diventato ministro della Difesa a sua insaputa, che trattava le nostre forniture militari tecnologiche. In mezzo strani intermediari, non gente azzimata come nel famoso caso Lockheed, ma hacker ed ufficiali del sottobosco militare, si parla, ma siamo ancora agli inizi, di un appalto da 1,5 mld da dare a Musk per gestire le comunicazioni satellitari della nostra difesa e intelligence. A questa inchiesta condotta dalla GdF del generale De Gennaro si arriva tramite una semplice e rituale indagine per mazzette alla Sogei, società di informatica del Tesoro. La tecnica indagatoria è quella canonica, una ciliegia tira l’altra, un telefonino ci porta ad altre conversazioni, queste molto più intriganti.

Se in Francia o in Inghilterra arrivasse sui giornali un caso del genere sarebbe convocato un consiglio supremo della Difesa per capire a chi cavolo stiamo mettendo in mano la parte più sensibile e strategica dell’apparato difensivo italiano. Ma qui in Italia sembra tutto un polpettone in cui si individuano complottismi e mazzette, lo sport italico. Tutto viene trattato, anche dai media, come il caso Boccia, in questo caso invece di Chercez la Femme si cerca un Hacker, Andrea Stroppia, lui si un underdog da Tor Pignattara, intimo di Elon Musk, ed accreditato a Chigi come intermediario del Prometeo dello Spazio. Il problema non è l’approssimazione delle persone, gli accreditamenti, anche se tutto questo fa cadere le braccia di chi fa sacrifici mandando a studiare i figli per un percorso di studi dignitoso, il problema non sono i soldi, a questi livelli di tecnologia si parla solo in Mld di euro. Il problema è di profilo strategico militare.

È vero che nella tutto sommato giovine Italia, da quando è stata fondata di grandi strateghi militari non ne abbiamo avuto mezzo, l’ultimo è stato un ammiraglio veneziano, Sebastiano Mocenigo, che sconfisse i turchi a Lepanto nel 1510. Ma trattare con questa disinvoltura la parte più strategica della nostra difesa, un paese Nato, non la Repubblica della Macedonia, è sconfortante. Soprattutto considerando che sulle telecomunicazioni della Difesa abbiamo uno dei comparti più avanzati in Europa con Leonardo, diretta da un altro De Gennaro, nomi che ritornano, Gianni ex capo della Polizia e dei Servizi. Può il nostro apparato dell’Inteligence e della Difesa consegnarsi mani e piedi ad un privato, per quanto gentile con la Premier? Si può consentire ad un’azienda privata di poter, tramite la gestione satellitare, influenzare e in alcuni casi gestire missili, aerei e soprattutto droni? Oltre che le informazioni, vitali per la strategia militare?

Soprattutto considerando che l’Italia ha una strategica partnership in Thales, colosso anche questo della tecnologia satellitare concorrente di Starlink. Ci attendiamo che la Cassa Depositi e Prestiti dismetta la sua partecipazione a questi punto. Tutto sembra, anche argomenti di enorme importanza, trattato come fossero broccoli al mercato rionale, il parlamento nelle sue commissioni non sa nulla, e quel che è peggio nemmeno allo Stato Maggiore della Difesa, forse. Ora si cominciano a capire i rumors sottostanti la denuncia a Perugia del Ministro Crosetto. Cosa sta succedendo nell’attesa del prossimo Presidente Usa? Si è aperta un’agenzia di scommesse? Se vince Trump ci affidiamo a Musk, se perde continuiamo con il sistema difensivo satellitare Italo-francese? Mattarella, che è stato ex ministro della Difesa, potrebbe convocare il consiglio, che presiede, preposto alla difesa del paese ed audire Crosetto? Perché qualcosa non torna. Qua non è in gioco la solita solfa, di maneggioni,  spie e interessi non trasparenti. È in gioco l’impotenza militare difensiva dell’Italia. Chi sa leggere, capisca.

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