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Omicidio di Desirée Mariottini, confermate le condanne per tutti gli imputati: la sentenza della Cassazione

Pubblicato: 17/10/2024 20:30

La Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne a 26 anni per Alinno Chima e a 22 anni per Mamadou Gara, confermando quanto deciso dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma nel processo d’appello bis per la morte di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina trovata morta in un edificio abbandonato in via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo a Roma. Per gli altri due imputati coinvolti nella vicenda, Brian Minthe e Yousef Salia, le condanne erano già diventate definitive: rispettivamente 18 anni per il primo e l’ergastolo per il secondo.
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Le parole strazianti della madre

Con la pronuncia della quinta sezione penale della Suprema Corte, che ha respinto i ricorsi presentati da Chima e Gara, tutte e quattro le condanne sono ora definitive. Nella precedente udienza del 29 maggio 2024, la Corte d’Assise d’Appello di Roma aveva già modificato la pena di Gara, riducendo la condanna dall’ergastolo a 22 anni, dopo aver riqualificato l’accusa di omicidio in “morte come conseguenza di altro reato”. Le parole strazianti della madre: “Finalmente ho messo un punto a questa agonia”.

Nel complesso, i reati contestati agli imputati includevano, a vario titolo e secondo le rispettive posizioni, omicidio, violenza sessuale, morte come conseguenza di altro reato e somministrazione di sostanze stupefacenti. Il processo d’appello bis era stato avviato dopo una sentenza della stessa Cassazione, che nell’ottobre 2023 aveva annullato alcune delle accuse originarie.

Secondo quanto riportato nelle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise d’Appello, gli imputati, di fronte alla grave condizione di debilitazione psico-fisica della giovane, che era ormai priva di coscienza, non solo non intervennero per soccorrerla, ma si mostrarono del tutto indifferenti alla sua sorte. Anzi, si sarebbero opposti con fermezza e minacce a chiunque suggerisse di chiamare un’ambulanza, un intervento che avrebbe potuto salvare la vita di Desirée.

Con il rigetto del ricorso da parte della Cassazione, la vicenda giudiziaria per Chima e Gara si chiude definitivamente, sancendo così la conclusione del procedimento per tutti gli imputati.

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