Durante un’autopsia condotta sul corpo di un uomo di 78 anni, i medici hanno fatto una scoperta sorprendente: l’uomo soffriva di triphallia, una condizione congenita estremamente rara che comporta la presenza di tre peni. Questo caso rappresenta solo il secondo caso clinico noto nella letteratura medica riguardante la polyphallia, una rara anomalia anatomica che prevede la presenza di organi genitali supplementari. Sebbene la diphallia, cioè lo sviluppo di due peni, sia relativamente più conosciuta, con oltre cento casi documentati, la triphallia è decisamente più rara.
Una scoperta casuale
L’aspetto più curioso di questo caso clinico risiede nella sua natura casuale. L’uomo aveva deciso di donare il proprio corpo alla scienza, permettendo così ai medici di scoprire la sua peculiare condizione. Senza questa scelta, nessuno avrebbe mai saputo della sua triphallia. Sei specialisti della Facoltà di Medicina dell’Università di Birmingham hanno descritto la scoperta, sottolineando che non avevano alcuna informazione pregressa sulla storia clinica dell’uomo, poiché l’identità dei donatori e la loro anamnesi non vengono rivelate ai ricercatori.
L’anomalia nascosta
È possibile che l’uomo non fosse mai stato consapevole della sua condizione, poiché esternamente i suoi genitali sembravano normali. I due peni supplementari erano nascosti: uno si trovava all’interno del sacco scrotale e l’altro alla base del pene principale. Solo il pene primario era visibile, mentre gli altri erano più piccoli e disposti in un orientamento particolare, come descritto dai professori John Buchanan, Rose How e colleghi.
Nonostante la presenza di tre peni, solo uno dei due supplementari aveva una struttura simile all’uretra, condivisa con il pene principale. Questa configurazione avrebbe potuto causare difficoltà durante l’inserimento di un catetere o altre procedure mediche, ma non è noto se l’uomo abbia mai manifestato problemi legati a questa condizione.
Uno degli elementi più interessanti di questo caso è la possibilità che la polyphallia sia più comune di quanto attualmente documentato. La presenza di peni supplementari all’interno dello scroto potrebbe passare inosservata in molti casi. Le cause di questa anomalia risiedono in mutazioni genetiche che influenzano lo sviluppo del tubercolo genitale durante l’embriogenesi. Secondo gli autori dello studio, la triphallia è talmente rara che colpisce solo 1 su 5-6 milioni di nati vivi.
La letteratura scientifica sulla polyphallia
Dal 1600 al 2023, sono stati pubblicati 168 articoli scientifici sulla polyphallia. La maggior parte dei casi riguarda la diphallia completa o parziale, mentre i casi di triphallia sono estremamente rari. Uno dei casi più peculiari riguarda un neonato iracheno, nato con due peni supplementari che sono stati rimossi chirurgicamente.
I medici dell’Università di Birmingham hanno sottolineato che casi come questo dimostrano l’importanza di dissezioni anatomiche accurate. Queste possono fornire nuove informazioni non solo sugli anatomisti, ma anche sulla gestione clinica di condizioni rare come la polyphallia. Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista scientifica BMC Journal of Medical Case Reports sotto il titolo “Triphallia: the first cadaveric description of internal penile triplication: a case report”.