
Nelle ultime ore, soprattutto in rete, è partito una sorta di allarme in merito al fatto che prossimamente per accedere a un sito a luci rosse oppure a uno di scommesse o gioco d’azzardo si dovrà prima essere identificati attraverso la Spid (o simili). Ma da dove nasce questa preoccupazione? E cosa c’è di fondato? In realtà molto, perché il dibattito è partito dopo la pubblicazione, nei giorni scorsi, da parte dell’Agcom, il Garante italiano della comunicazione, di un provvedimento che dovrebbe regolare l’identificazione di chi accede a siti particolarmente sensibili come appunto quelli per adulti e quelli dove si può scommettere e giocare d’azzardo. Il motivo è piuttosto semplice: si tratta di una misura a tutela dei minori, quindi, non fatta per svelare l’identità di chi fruisce di questo tipo di materiale, ma un provvedimento di “verifica dell’età“. Il comunicato del Garante ha infatti come titolo “Schema di provvedimento su modalità tecniche e di processo per l’accertamento della maggiore età degli utenti”. Certo, l’obiezione però è che se si utilizza uno strumento come lo Spid le informazione che vengono fornite sono molte di più, non solo l’età. E infatti…
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Un altro aspetto da sottolineare è che secondo questo schema di provvedimento – che deve prima passare il vaglio della Commissione Europea per l’approvazione definitiva (e non sarà prima del 2025) – non si fa esplicitamente riferimento a Spid o strumenti simili di identificazione di una persona, ma dall’Autorità fanno sapere che “qualsiasi sistema che garantisca sicurezza, efficacia e rispetto della privacy sarà accettabile”. Dunque, saranno le stesse piattaforme a sceglierne uno, purché sappiano con certezza che l’utente che sta navigando su quel sito (ad esempio i siti per adulti) non sia minorenne. Questo provvedimento secondo Agcom è in linea con le linee guida che anche l’Europa sta per emanare per dare sostanza al regolamento Digital Services Act, che prevede l’obbligo di verifica dell’età per la protezione dei minori.

Come spiega Altroconsumo, questo provvedimento di fatto estende anche ai siti di scommesse e di giochi d’azzardo ciò che il decreto Caivano (la legge n.159 del 13 novembre 2023) aveva già previsto per i siti pornografici: “L’obbligo per questi siti di verificare che i propri utenti fossero davvero maggiorenni”. Il decreto, ricorderete, venne varato dopo lo stupro di gruppo da parte di alcuni minorenni di due bambine di 10 e 12 anni, avvenuto proprio nel comune di Caivano e che ha, tra le altre cose, lo scopo di applicare un giro di vite “nei confronti della diffusione del materiale pornografico proprio tra bambini e minori”.