
Una sofisticata truffa è stata recentemente sventata grazie all’intervento tempestivo della polizia postale di Bari. Un uomo, vittima di un inganno basato sulla tecnica dello ID Spoofing, ha rischiato di perdere 14mila euro dal suo conto corrente. I truffatori, utilizzando un sistema VoIP (Voce tramite protocollo internet), hanno fatto apparire sul telefono della vittima il numero della sua banca e persino quello della Questura di Bari, rendendo il raggiro credibile. Grazie a questa tecnica, hanno convinto l’uomo a trasferire il denaro su un conto intestato a una presunta dipendente della banca. Solo dopo il bonifico, l’uomo si è insospettito e ha denunciato l’accaduto alla polizia, che è riuscita a bloccare il conto fraudolento e a restituire la somma alla vittima.
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Come funziona la truffa
I truffatori hanno sfruttato la tecnologia VoIP, che consente di effettuare chiamate tramite internet, per mascherare la loro identità. Chi riceve la chiamata vede apparire sul display numeri legittimi, come quelli di banche o uffici pubblici, rendendo la truffa estremamente difficile da riconoscere. In questo caso, il truffatore si è finto un operatore del “nucleo antifrode” della banca, avvisando la vittima di una presunta truffa in corso da parte di dipendenti “infedeli”. Successivamente, la vittima è stata contattata da un falso ispettore della Polizia Postale che ha confermato la storia, suggerendo di trasferire i soldi su un conto sicuro.
Queste truffe non si limitano alle sole chiamate. In alcuni casi, le vittime ricevono Sms apparentemente inviati dalla banca o da altri enti, con messaggi che avvertono di accessi sospetti al conto. I truffatori utilizzano spesso pagine web clonate di istituti di credito, in cui la vittima inserisce inconsapevolmente le proprie credenziali. Spesso, dopo l’SMS, segue una chiamata da parte di finti operatori che convincono la vittima a trasferire denaro su conti fraudolenti. Un’altra variante vede l’invio di Sms da mittenti come “PosteInfo”, che avvisano di connessioni anomale al conto. Il messaggio contiene un link che porta a pagine identiche a quelle ufficiali di Poste Italiane o della banca, inducendo la vittima a fornire i propri dati personali. Successivamente, una chiamata fasulla conferma il pericolo e spinge la vittima a eseguire un bonifico su un “conto sicuro”.Conclusioni