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Oropouche, il virus si trasmette anche sessualmente: cos’è e quali sono i sintomi

Pubblicato: 18/10/2024 12:11

Il virus Oropouche, noto per aver causato due decessi in Brasile, dove è endemico, e per aver registrato circa 10mila casi al mondo, potrebbe essere trasmissibile anche per via sessuale. Questa scoperta è stata effettuata dal Dipartimento di malattie infettive, tropicali e microbiologia dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in Valpolicella, che ha isolato il virus per la prima volta al mondo nel liquido seminale di un viaggiatore italiano di ritorno da Cuba. La diagnosi dell’infezione era stata fatta oltre due settimane prima. Questo evento apre nuovi scenari per la gestione della salute pubblica, ampliando le modalità di trasmissione conosciute del virus.

Trasmissione e rischio per la salute pubblica

Pubblicata su Emerging Infectious Diseases, la rivista scientifica del Cdc (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie degli Stati Uniti), la scoperta sottolinea la possibilità che il virus Oropouche possa essere trasmesso anche attraverso rapporti sessuali, oltre che per la tradizionale trasmissione tramite puntura di insetti infetti come moscerini e zanzare. Secondo Federico Gobbi, direttore del dipartimento di ricerca, questa nuova modalità di trasmissione potrebbe rappresentare un rischio, sebbene attualmente il livello di pericolo per l’Italia sia basso. Gobbi avverte che, nonostante il rischio basso, non bisogna abbassare la guardia. Sono necessari ulteriori studi per monitorare l’evoluzione del virus, soprattutto considerando i suoi effetti su individui fragili e vulnerabili.

Caratteristiche della febbre del Bradipo

Il virus Oropouche è comunemente chiamato febbre del bradipo o virus della pigrizia. I sintomi includono febbre alta, dolori muscolari, articolari, mal di testa e, in alcuni casi, può causare infezioni al sistema nervoso centrale con manifestazioni di meningite o encefalite. Il virus è tipico delle aree tropicali e si diffonde attraverso la puntura di moscerini infetti, in particolare il Culicoides paraensis e la zanzara Culex quinquefasciatus, entrambe presenti nelle Americhe. Secondo Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità di virologia e patogeni emergenti dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria, il virus è stato isolato per la prima volta nel 1955 in Trinidad e Tobago, vicino al fiume Oropouche. La diffusione si concentra prevalentemente nella regione amazzonica, ma casi sporadici sono stati registrati anche in altre aree del mondo, tra cui Italia, dove si sono verificati 5 casi importati.

Sintomi e diagnosi del virus

I sintomi dell’infezione da virus Oropouche si manifestano tipicamente tra 3 e 8 giorni dopo la puntura di un insetto infetto. Si tratta di sintomi simili a quelli di altre infezioni virali tropicali, come dengue, Zika o chikungunya: febbre alta, mal di testa, dolori articolari e malessere generale. In alcuni casi, possono verificarsi nausea, vomito e complicazioni neurologiche. Circa il 60% dei pazienti sperimenta una ricomparsa dei sintomi, in forma meno grave, dopo la fase acuta. Dopo l’isolamento del virus Oropouche, l’équipe di ricerca dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria ha immediatamente condiviso il patogeno con i principali laboratori italiani ed esteri per favorire studi ulteriori. Tra gli istituti coinvolti vi sono l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Spallanzani di Roma, e il Netherlands Centre for Infectious Disease Control.

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