
Un altro tragico femminicidio ha colpito la città di Civitavecchia, questa volta coinvolgendo il drammatico contesto dei senza fissa dimora che vivono nei dintorni della stazione ferroviaria. La vittima, Camelia Ion, è stata brutalmente uccisa da un uomo che la tormentava da tempo, nonostante fosse stato sottoposto a misure restrittive, tra cui il braccialetto elettronico.
L’omicidio annunciato
Venerdì notte, poco dopo le 2, l’uomo, un 41enne romeno, ha colto di sorpresa la donna, aggredendola e soffocandola. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Camelia Ion non aveva con sé il cellulare che le era stato fornito proprio per chiedere aiuto in caso di emergenza. L’esame autoptico ha confermato che la causa del decesso è stata il soffocamento.
Le indagini e il contesto sociale
La procura di Civitavecchia, che segue il caso, ha definito la vicenda di “eccezionale gravità”. Sia la vittima che il suo assassino erano noti alle forze dell’ordine come senza fissa dimora ed etilisti. Nonostante le misure precauzionali adottate, il braccialetto elettronico e il cellulare non sono riusciti a prevenire la tragedia. Il cellulare, infatti, è stato ritrovato in possesso del presunto assassino, mentre la vittima ne era sprovvista al momento dell’aggressione, rendendo impossibile chiedere aiuto per tempo.
Questo ennesimo femminicidio, che si aggiunge alla lunga lista di crimini di violenza di genere nel 2024, riapre il dibattito sull’efficacia degli strumenti di protezione e sulla necessità di azioni più incisive per tutelare le donne in situazioni di pericolo.