
Già la scorsa estate, una nuova variante del Sars-CoV-2 ha attirato l’attenzione della comunità scientifica. Identificata per la prima volta in Germania, la variante XEC è un ricombinante delle varianti KS.1.1 e KP.3.3, e secondo un team di scienziati giapponesi, ha il potenziale per diventare la variante predominante nei prossimi mesi. Uno degli aspetti più preoccupanti della variante XEC è la sua elevata trasmissibilità, che supera quella della variante attualmente dominante, KP.3.1.1. Uno studio condotto dall’Università di Tokyo ha stimato il numero di riproduzione effettiva (Re) di XEC, ossia il numero medio di nuovi contagi che una persona infetta può generare. Nei Paesi come gli Stati Uniti, questo valore è risultato essere 1,13 volte maggiore rispetto a KP.3.1.1, suggerendo che XEC potrebbe rapidamente soppiantare quest’ultima.
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Le mutazioni
XEC presenta due mutazioni aggiuntive nella proteina Spike, la parte del virus che permette l’ingresso nelle cellule umane. Queste mutazioni conferiscono al virus una maggiore infettività e una capacità di evasione immunitaria superiore rispetto alle varianti precedenti. Gli esperimenti condotti su pseudovirus hanno dimostrato che XEC è più resistente agli anticorpi generati da infezioni passate, in particolare da varianti come KP.3.3 e JN.1. Questo potrebbe spiegare la rapida diffusione del virus, nonostante la protezione immunitaria fornita dai vaccini e da infezioni precedenti. Clinicamente, XEC sembra causare sintomi simili a quelli delle varianti Omicron, tra cui febbre, mal di gola, dolori muscolari e affaticamento. Tuttavia, un sintomo insolito sta attirando l’attenzione dei medici: la perdita di appetito, spesso accompagnata da diarrea e malessere generale. Questo sintomo, raramente associato alle varianti precedenti, è particolarmente osservato nei Paesi dove XEC è più diffusa, come Regno Unito, Stati Uniti e Francia.

Nonostante XEC non sembri causare una malattia più grave rispetto alle varianti precedenti, la sua elevata trasmissibilità rappresenta una sfida significativa, specialmente con l’avvicinarsi dell’inverno e la circolazione di altri virus respiratori. Le autorità sanitarie stanno monitorando attentamente la situazione e raccomandano la vaccinazione con i vaccini aggiornati, che sembrano offrire una buona protezione contro XEC. Con la sua capacità di diffusione rapida e la resistenza all’immunità preesistente, XEC potrebbe costituire una minaccia significativa nei prossimi mesi, rendendo cruciale una risposta sanitaria tempestiva e mirata.