Nelle prime ore del mattino, i Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un’importante operazione anticrimine a Poggiomarino, in provincia di Napoli. Su mandato del Gip del Tribunale di Napoli, e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), sono stati arrestati tre individui, tra cui il sindaco della città, Maurizio Falanga. Le accuse sono gravissime: scambio elettorale politico-mafioso, un crimine che getta un’ombra oscura sulla politica locale e sulla recente amministrazione.
Maurizio Falanga, 50 anni, esponente del centrodestra, è stato eletto sindaco nel 2020 con una coalizione sostenuta da diverse liste civiche, come Rialziamo la Testa, Cambiamo Insieme e Fare Civico, appoggiate da partiti nazionali come Fratelli d’Italia, Forza Italia e l’Unione di Centro. Con circa il 60% dei voti, Falanga ha superato di gran lunga il suo principale avversario, Giuseppe Annunziata, esponente del Partito Democratico e della coalizione di centrosinistra.
Nonostante la schiacciante vittoria elettorale, le indagini hanno rivelato che dietro la sua elezione si nasconderebbe un intreccio criminale. Insieme al sindaco, altre due persone sono finite nel mirino degli inquirenti per presunti accordi con un clan mafioso locale. L’accusa principale è quella di aver scambiato favori e voti con elementi legati alla malavita, in cambio di sostegno elettorale. L’aspetto più inquietante è che due degli indagati, tra cui lo stesso Falanga, sono stati effettivamente eletti, a dimostrazione della riuscita di questo patto illecito.
La vicenda riporta alla luce l’annosa questione dell’influenza dei clan mafiosi sulla politica locale, specialmente in una regione come la Campania, dove la criminalità organizzata esercita storicamente un forte potere. L’arresto di un sindaco in carica evidenzia quanto la politica possa essere infiltrata da dinamiche mafiose, soprattutto quando si tratta di assicurarsi il controllo del territorio attraverso le elezioni.
Le elezioni che portarono Falanga alla carica furono segnate da una strana discrepanza. Sebbene nelle elezioni regionali del giorno precedente, il 70% dei cittadini di Poggiomarino avesse votato per Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Campania, alle amministrative il risultato si ribaltò a favore di Falanga. Un’inversione di tendenza che ha sollevato più di qualche interrogativo già all’epoca, e che ora sembra trovare una possibile spiegazione alla luce delle recenti accuse.
L’inchiesta della DDA rappresenta un colpo duro per il comune di Poggiomarino, i cui cittadini si trovano ad affrontare l’amara consapevolezza che le loro istituzioni potrebbero essere state manipolate dalla criminalità organizzata. La giustizia dovrà ora fare chiarezza sui fatti, mentre la comunità locale attende con ansia di conoscere l’evoluzione della vicenda e, soprattutto, di poter tornare a fidarsi delle istituzioni.
In un clima di crescente sfiducia verso la politica, episodi come questo mettono in luce la necessità di un impegno ancora più forte da parte delle forze dell’ordine e della magistratura per debellare ogni forma di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni pubbliche.