
Shirel Golan, sopravvissuta al terribile massacro di Hamas durante il festival musicale Nova in Israele, si è tolta la vita nel giorno del suo 22esimo compleanno. La ragazza lottava contro un grave disturbo da stress post-traumatico inseguito agli orrori a cui aveva assistito nel corso dell’attacco avvenuto il 7 ottobre. Nonostante il salvataggio rocambolesco da parte di un agente di polizia la giovane, che era l’unica sopravvissuta di un gruppo di 11 ragazzi, non è riuscita a superare i traumi psicologici che la affliggevano.
La fuga e il salvataggio: un destino segnato
Shirel e il suo compagno Adi erano tra i migliaia di partecipanti al festival Nova, quando i terroristi di Hamas hanno iniziato il massacro. Inizialmente, i due hanno cercato di fuggire con un’auto insieme ad altri ragazzi, ma quando è diventato impossibile proseguire, si sono nascosti sotto un cespuglio dove restarono per ore. Alla fine, Shirel e Adi erano stati salvati dall’agente di polizia Remo Salman El-Hozayel, che con il suo eroico intervento era riuscito a evacuare circa 200 persone.
La battaglia con il PTSD: due ricoveri senza riconoscimento
Nei mesi successivi al massacro, Shirel ha iniziato a manifestare sintomi gravi di stress post traumatico, tra cui dissociazione e isolamento sociale. Nonostante due ricoveri ospedalieri, da parte delle autorità israeliane – secondo l’accusa della famiglia – non le è mai stato formalmente riconosciuto il disturbo da stress post-traumatico. La mancanza di un supporto psicologico adeguato ha lasciato Shirel da sola ad affrontare i suoi demoni interiori.

L’accusa del fratello: “Uccisa due volte dallo Stato”
La morte di Shirel ha scatenato la furiosa reazione del fratello, Eyal, che ha accusato lo Stato di Israele di non averle fornito il supporto necessario. “Se lo Stato si fosse preso cura di lei, niente di tutto questo sarebbe successo”, ha dichiarato Eyal. “Lo Stato di Israele ha ucciso mia sorella due volte: mentalmente a ottobre e fisicamente nel giorno del suo compleanno”. Le parole di Eyal riflettono il dolore e la frustrazione della famiglia, che sente di essere stata abbandonata in un momento di profonda vulnerabilità.
Un massacro che ha lasciato cicatrici profonde
Il massacro al festival Nova è stato il fulcro dell’attacco del 7 ottobre. Secondo le autorità israeliane, 364 persone sono state uccise, molte delle quali brutalmente, mentre altre decine sono state rapite e portate a Gaza. Una giornata terrificante, in cui le violenze e gli atti di sadismo, fra cui stupri di gruppo e mutilazioni sui corpi delle vittime, hanno segnato il destino di tanti giovani innocenti.
La tragedia di Shirel Golan non è solo una storia di terrore e disagio psicologico, ma un doloroso esempio delle conseguenze a lungo termine che le atrocità messe in atto dagli uomini di Hamas hanno avuto sull’equilibrio mentale delle vittime.