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Simone morto nell’alluvione, l’ultima telefonata: “Mamma, stiamo arrivando”

Pubblicato: 21/10/2024 09:10

È un dramma che lascia senza parole quello che ha colpito la famiglia Farinelli a Pianoro, in provincia di Bologna. La furia della piena del Rio Caurinziano ha travolto l’auto su cui viaggiavano due fratelli, Simone e Andrea, portando via la vita del più giovane, Simone, di soli 20 anni. “Come farò a vivere sapendo di non essere riuscito a salvarlo?“, si chiede con dolore Andrea, il fratello maggiore, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Era lui alla guida della Yaris che sabato sera, 19 ottobre, è stata colpita dall’improvvisa ondata d’acqua in località Botteghino di Zocca. Andrea, in un gesto di disperazione, è riuscito a uscire dal veicolo e ha tentato di salvare Simone, che però era rimasto incastrato nell’abitacolo. «L’ho tenuto fino a che ho potuto, ma a un certo punto ho perso la presa. Non l’ho più sentito». Queste le parole che il giovane ha pronunciato, devastato dal senso di colpa e dalla sofferenza per aver visto il fratello essere trascinato via dalle acque.
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I due fratelli andavano a trovare la madre

Secondo quanto si è appreso, i due fratelli stavano cercando di raggiungere la loro mamma, che vive nella zona più colpita dall’alluvione. L’obiettivo era aiutarla a mettersi in salvo. Erano ormai a poche centinaia di metri da lei, quando la furia dell’acqua li ha sorpresi. Andrea è riuscito a salvarsi buttandosi fuori dalla macchina e cercando disperatamente di aggrapparsi a Simone. Ma il giovane, incastrato nel veicolo, è stato travolto dalla corrente. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato successivamente in via del Bosco, a chilometri di distanza, mentre la Yaris era finita a San Lazzaro.

Simone era un ragazzo con una grande passione per l’arte e il sociale. Nato in provincia di Brescia, si era trasferito con la mamma e il fratello a Ozzano Emilia, dove era molto conosciuto e benvoluto. Nonostante una disabilità uditiva, Simone non si era mai lasciato fermare dai suoi limiti. Si era appena iscritto al primo anno all’Accademia di Belle Arti e coltivava un forte impegno nel sociale. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nella comunità di Ozzano e tra i suoi amici, che lo ricordano come un ragazzo sempre disponibile, generoso e dedito ad aiutare gli altri.

Lo strazio della madre

“Mamma, stiamo arrivando. Pochi minuti e siamo su”. Queste sono state le ultime parole di Simone a sua madre Angela, pochi istanti prima che la tragedia colpisse la famiglia. La sera fatale, Angela era in attesa dei suoi due figli, Simone e Andrea, per cena. Il maltempo, che aveva colpito la zona di Pianoro, la preoccupava, ma le rassicurazioni dei figli le davano conforto. Erano ormai vicini a casa, in via Caurinzano, quando il livello del Rio Caurinzano ha iniziato a salire pericolosamente. A poche centinaia di metri da casa, nel punto in cui il Rio Caurinzano si unisce al torrente Zena, la situazione è degenerata rapidamente. Acqua e fango hanno invaso la strada, travolgendo la loro Yaris bianca, guidata da Andrea. La macchina è stata risucchiata dal torrente in piena. Andrea è riuscito a uscire dall’auto e ha tentato di salvare suo fratello Simone, ma quest’ultimo non ce l’ha fatta. A soli 20 anni, Simone è stato portato via dall’acqua. Andrea ha corso verso un bar poco distante per cercare aiuto, ma i soccorsi – carabinieri, protezione civile e vigili del fuoco – non sono riusciti a raggiungere il luogo dove la macchina era stata inghiottita dalla piena. “Mamma, il fiume ci ha trascinato via… non lo so dove è finito Simone…” sono state le parole strazianti che Andrea ha detto alla madre al telefono. Angela, bloccata in casa dal fango insieme al suo compagno, non ha potuto fare altro che aspettare l’alba e il peggior presagio. Simone, che viveva a Ozzano con i nonni dopo la separazione dei genitori, era un ragazzo di grande talento e passione. Nonostante un problema all’udito che lo costringeva a portare un impianto, aveva recentemente superato l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti per seguire il corso di Didattica dell’Arte. La sua insegnante di scultura, Giuliana Grandi, lo ricorda come un ragazzo speciale: “Adorava l’arte in ogni sua forma”, racconta commossa. Amava il cinema, il restauro e aveva una profonda conoscenza del mondo culturale.

Una tragedia che lascia cicatrici profonde

La famiglia Farinelli, come molte altre nella zona, è stata travolta da una tragedia che poteva forse essere evitata, ma che ora lascia solo dolore e un senso di vuoto. Le parole di Andrea continuano a risuonare: “Non mi perdonerò mai di non essere riuscito a mettere in salvo mio fratello. Non mi perdonerò mai che sia finita così”.

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Ultimo Aggiornamento: 21/10/2024 10:03

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