
Nonostante ci siano centinaia di milioni di persone che affermano di aver vissuto un’esperienza di pre-morte (NDE), rimane un enigma sapere da dove derivi questo fenomeno. Secondo gli studiosi dell’International Association for Near-Death Studies, le NDE potrebbero essere il risultato di un cambiamento nel flusso sanguigno verso il cervello durante eventi critici come infarti, traumi o shock. “Quando il cervello comincia a subire una carenza di sangue e ossigeno, la sua attività elettrica inizia a spegnersi – spiegano gli esperti -. È come una città che perde energia a pezzi, con varie aree che si spengono una dopo l’altra”.
Le NDE, definite come “esperienze percettive consapevoli”, comprendono una vasta gamma di percezioni spirituali e fisiche, tra cui allucinazioni, esperienze extracorporee, luci brillanti alla fine di un tunnel, incontri con familiari defunti o la visione della propria vita che scorre come un film. Recentemente, Landon Kemp, un uomo di 35 anni di Charlotte, nella Carolina del Nord, ha condiviso la sua esperienza di pre-morte. Durante un incidente stradale avvenuto quando aveva 8 anni, ha raccontato di essere stato clinicamente morto tre volte e di aver avuto visioni del “paradiso” in ogni occasione.
L’incidente che ha coinvolto Landon è avvenuto il 19 ottobre 1997, quando l’auto su cui viaggiava con i genitori è stata coinvolta in uno scontro con un’ambulanza. Il padre è morto immediatamente, mentre la madre ha subito gravi lesioni ma è sopravvissuta. Landon ha dovuto essere rianimato tre volte: sul luogo dell’incidente, in ambulanza e presso il Carolina’s Medical Center, dove è stato ricoverato. È stato dichiarato “clinicamente morto” fino a quando i medici non sono riusciti a riportarlo in vita. “In tutte e tre le occasioni in cui ho sfiorato la morte – ha raccontato Landon – ho visto il ‘paradiso’ e ho incontrato mio padre”.
La madre di Landon, durante un’intervista con la Christian Broadcasting Network, ha condiviso le sue esperienze. A seguito dell’incidente, aveva subito fratture costali, un collasso polmonare e una commozione cerebrale. Gli era stato detto dai medici che, se Landon si fosse risvegliato, sarebbe potuto rimanere con danni cerebrali permanenti e necessitare di assistenza continua. Sorprendentemente, dopo due settimane di coma, Landon si è svegliato senza evidenti danni cerebrali. Quando sua madre gli ha chiesto se sapeva dove fosse suo padre, lui ha risposto di averlo “visto in paradiso”.
Landon ha riferito di aver incontrato anche altre persone defunte, compresi i suoi due fratelli mai nati. “Sapevo chi erano anche se nessuno me ne aveva parlato”. Ha anche menzionato di aver rivisto suo padre e altre persone che conosceva. “Nessuno parlava – ha continuato -, ma eravamo tutti vicini l’uno all’altro fino a quando non mi hanno rianimato”. In ogni episodio di pre-morte, ha vissuto esperienze differenti; ad esempio, in una di queste ha incontrato Gesù, che gli ha detto di tornare sulla Terra e di agire come un buon cristiano.
Le esperienze di Landon sono straordinarie, ma la ricerca rivela che fenomeni come le NDE sono abbastanza comuni e si verificano in ogni cultura, livello educativo e fascia di età. Ci sono spiegazioni scientifiche per questi eventi. Nel 2019, durante un congresso dell’Accademia europea di neurologia, sono stati presentati gli esiti della Greyson NDE Scale, che ha studiato 289 testimonianze di NDE auto-riferite (da cui solo 106 considerate autentiche) e ha mappato le caratteristiche più frequenti delle NDE, tra cui la percezione alterata del tempo (87%), la rapidità di pensiero (65%), i sensi molto vividi (63%) e la sensazione di separazione dal corpo (53%).
Uno studio condotto dalla Grossman School of Medicine della New York University ha analizzato i ricordi e le esperienze di alcuni pazienti dopo un arresto cardiaco e la rianimazione cardiopolmonare (RCP). Sorprendentemente, hanno scoperto che il cervello continua a funzionare e genera coscienza anche dopo un arresto cardiaco, suggerendo che le esperienze di pre-morte sono reali. Nei minuti in cui il cuore smette di battere e le cellule cerebrali iniziano a morire, le funzioni cerebrali continuano a risultare attive. Sam Parnia, docente alla NYU, afferma che tali attività potrebbero addirittura intensificarsi, dando origine a quello che lui chiama un “esperienza umana irripetibile”.
In pazienti in fase morente sono stati identificati cambiamenti nelle oscillazioni neurali (delta, theta, alpha, beta e gamma), modelli di attività elettrica del sistema nervoso centrale coinvolti in compiti cognitivi complessi. Immediatamente dopo l’arresto cardiaco, è stato osservato un picco nell’attività cerebrale, particolarmente nelle onde gamma, che interagiva in modo similare con le onde alfa, simile a un richiamo della memoria. Il team dell’Università di Louisville, che ha condotto la prima analisi dell’attività cerebrale in un uomo di 87 anni in fase terminale, ha ipotizzato che tali attività potrebbero supportare un finale “richiamo alla vita”, ripercorrendo gli eventi più significativi prima della morte, simile a ciò che viene descritto nelle esperienze di pre-morte.