
Il nuovo libro di Nello Scavo, “Il salvatore di bambini. Una storia ucraina” (Feltrinelli, pp. 144, 15,20 euro), porta alla luce una delle storie più toccanti e tragiche del conflitto russo-ucraino. Incentrato su eventi reali accaduti nel marzo 2022, Scavo racconta con precisione giornalistica e passione narrativa la vicenda di Volodymyr Sahaidak, direttore di una casa per minori a Kherson, città ucraina al confine con la Crimea.
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Quando l’esercito russo conquista la città, Sahaidak si rende conto che i suoi piccoli ospiti, insieme a molti altri bambini ucraini, sono in pericolo. I russi, durante la loro avanzata, non solo distruggono intere città ma rapiscono e deportano un numero imprecisato di minori, portandoli in campi di filtrazione o addirittura in Russia.
Grazie alla determinazione e a strategie degne di un film, Sahaidak riesce a salvare la maggior parte dei bambini ospitati nella sua struttura. Dei 67 minori presenti, ben 52 sono stati evacuati in zone sicure, mentre i restanti, deportati in Russia, sono stati successivamente rintracciati e riportati in patria grazie alla sua instancabile tenacia. Le tattiche adottate includono la falsificazione di documenti e la simulazione di malattie gravi, tutto pur di sottrarre quei bambini al destino che sembrava ormai segnato.
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Lo Schindler ucraino
La storia narrata da Scavo è un’inchiesta che va oltre il semplice racconto di resistenza. Essa mette in luce un sistema di deportazioni che ha portato la Corte penale internazionale a emettere un mandato di cattura contro Vladimir Putin. Emerge anche il coraggio di un uomo, paragonato allo Schindler ucraino, che ha rischiato la sua vita per salvare quella di decine di bambini, ricordandoci ancora una volta che “i bambini non sono un bottino di guerra”.
Questo libro, scritto da uno dei più importanti inviati di guerra italiani, non solo getta luce su uno degli aspetti più terribili del conflitto, ma celebra anche l’umanità e il coraggio di chi ha scelto di non arrendersi di fronte alla brutalità.