
Stéphane Allix, ex reporter di guerra, ha dedicato oltre 15 anni della sua vita a esplorare una delle domande più antiche e affascinanti che l’uomo si pone: cosa accade dopo la morte? La spinta a indagare per così lungo tempo su questo tema è scaturita dalla tragica scomparsa di suo fratello, Thomas, in Afghanistan. Un evento personale ha spinto Allix a mobilitare tutte le sue capacità di giornalista per svelare i misteri della coscienza umana e il possibile legame tra vita e morte.
La Ricerca della Coscienza
Le domande che Allix si è posto sono di grande rilevanza: la nostra coscienza sopravvive alla morte cerebrale? Esiste una dimensione spirituale che va oltre la mera fisiologia del corpo? Attraverso ricerche mediche e neuroscientifiche, esperienze di premorte e stati di coma vigile, Allix ha iniziato a tracciare un percorso che lo ha portato a concludere che la coscienza possiede una dimensione spirituale, quella che molte tradizioni chiamano “anima“.
Per approfondire questa tematica, Allix ha studiato, collaborato con illustri studiosi, approfondito il tema con l’approccio che lo ha sempre caratterizzato nel suo lavoro: quello del reporter. Grazie a un approccio multidisciplinare, Allix è giunto a una convinzione profonda: la vita dopo la morte è una realtà scientifica, supportata da evidenze concrete.

Il Libro Rivelazione
Il culmine della sua ricerca si concretizza nel libro “DOPO… La straordinaria inchiesta di un reporter sulle prove della vita oltre la vita“, pubblicato di recente in Italia per Libreria Pienogiorno. Quest’opera ha suscitato un notevole interesse, conquistando le classifiche francesi e attirando lettori con la sua proposta audace: la morte non è la fine della vita, ma una porta verso una nuova realtà.
Allix adotta un approccio scientifico e “cartesiano”, attingendo a varie discipline come medicina, psichiatria e fisica quantistica, analizzando anche testimonianze e pratiche non ortodosse. Ha raccolto centinaia di interviste e dati, giungendo alla conclusione che la morte non rappresenta un “nulla”, ma una continuità dell’esistenza.
Il Fenomeno dei Vissuti Soggettivi di Contatto con i Defunti
Un aspetto intrigante della ricerca di Allix è l’analisi delle esperienze di contatto con defunti, definite “vissuti soggettivi di contatto con un defunto” (VSDD). Le statistiche rivelano che il 24% della popolazione ha vissuto uno o più VSDD durante il lutto. Negli Stati Uniti, questa percentuale oscilla tra il 20 e il 45%. Numeri significativi, che suggeriscono come tali esperienze non possano essere trascurate e rappresentino un fenomeno sociale importante.

Allix sottolinea che, sebbene le esperienze siano soggettive, non possono essere derubricate a mere illusioni. Psichiatri intervistati dal reporter escludono che si tratti di allucinazioni o meccanismi di compensazione emotiva. In effetti, molte di queste esperienze si verificano in modo inaspettato, sorprendendo le persone coinvolte.
La Conclusione di un Viaggio
In conclusione, Stéphane Allix afferma con sicurezza che la morte è una transizione tra due realtà distinte, piuttosto che una fine definitiva. “La morte non è un Paese straniero”, sostiene, “siamo tutti insieme, noi con loro e loro con noi”. La sua ricerca ha dimostrato che la nostra comprensione della vita e della morte può essere limitata da pregiudizi pseudoscientifici, che ora sono messi in discussione.
Allix invita a guardare oltre le convinzioni tradizionali e a considerare che la vita continua anche dopo la morte. Le sue indagini rappresentano un invito a riflettere sull’argomento e a esplorare le possibilità che si trovano al di là del confine della nostra esperienza terrena. La morte, conclude il reporte, è semplicemente un momento di transizione, una porta che si apre su un altro regno dell’esistenza.