Sanzioni per il giudice che ha definito “pericolosa” il premier Giorgia Meloni e bacchettate a chi ha scritto le sentenze svuota Cpr in Albania con l’alibi della presunta incompatibilità del Protocollo tra Italia e Albania rispetto alla normativa europea e internazionale. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso critiche durissime nei confronti di alcune sentenze riguardanti i migranti e ha commentato la controversia legata al sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, durante il question time alla Camera dei Deputati.
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Nordio ha dichiarato che sta valutando l’invio di ispettori ministeriali per indagare sul caso di Patarnello, che aveva inviato una mail sulla piattaforma dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), contenente affermazioni critiche nei confronti della premier Giorgia Meloni. La mail, inviata il 19 ottobre, è diventata un caso politico e Meloni stessa ha diffuso parti di essa tramite i social. Nordio ha definito “grave” l’affermazione di Patarnello, secondo cui Meloni rappresenterebbe “un pericolo maggiore” rispetto a Silvio Berlusconi, pur non avendo indagini giudiziarie in corso.
Il ministro ha inoltre criticato una recente sentenza del tribunale di Roma che ha rigettato il decreto di trattenimento di 12 migranti in Albania. “La sentenza della Corte di Giustizia fissa tre paletti – spiega Nordio -, nei casi in cui il giudice ritenga che il richiedente provenga da un paese non sicuro, o non sicuro in alcune parti del suo territorio, o non sicuro in relazione a certe situazioni sociali, in questo caso il tribunale di Roma, deve motivare in modo esauriente ed esaustivo questa sentenza”.
Secondo Nordio, il tribunale “deve motivare la ragione per cui quella determinata persona provenga da un paese che non è considerato sicuro in relazione alle sue particolari situazioni associative e oggettive. Questa motivazione deve essere completa, esaustiva e relativa al caso concreto. Andatevi a leggere i 12 decreti del tribunale di Roma che sono stati stampati su un medesimo file: non vi è nessuna motivazione, né completa né esaustiva né inerente al caso concreto per quanto riguarda questi singoli richiedenti asilo”.