
L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano e della Procura Nazionale Antimafia (Pna) ha portato alla luce un sofisticato sistema di furto di dati sensibili dalle principali banche dati nazionali, con il coinvolgimento di figure di spicco dell’imprenditoria e della finanza. Tra gli indagati figurano nomi rilevanti come Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e il banchiere Matteo Arpe. Ai due imprenditori, i pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro contestano il concorso in accesso abusivo a sistemi informatici.
Obiettivi e misure cautelari: 4 arresti domiciliari e sequestro di aziende
La procura di Milano, coordinata dal procuratore capo Marcello Viola, ha eseguito sei misure cautelari, inclusi quattro arresti domiciliari e due divieti di esercitare la professione. Disposto anche il sequestro di numerose aziende coinvolte nell’operazione di “estrazione illecita di dati e informazioni” da banche dati riservate come Sdi (utilizzata dalle forze dell’ordine), Serpico (per operazioni fiscali), Inps, Anpr (anagrafe nazionale della popolazione residente) e Siva (sistema informativo valutario).
Le indagini
Le indagini, affidate ai carabinieri del nucleo investigativo di Varese, hanno permesso di ricostruire una rete in grado di sottrarre informazioni riservate, anche su commissione, per finalità di guadagno economico e altri obiettivi. Tra gli indagati figurano hacker, esperti informatici ed ex membri delle forze di polizia. L’accusa principale è di associazione a delinquere finalizzata all’accesso illecito a sistemi informatici e all’esfiltrazione di dati, con obiettivi diretti a colpire non solo figure private, ma anche figure politiche di rilievo.
Durante una conferenza stampa, il procuratore capo Marcello Viola ha dichiarato che “il fronte di maggiore interesse sembra essere quello dell’imprenditoria e dell’economia”, escludendo, per ora, collegamenti diretti con il mondo della politica. L’indagine, partita nel 2022, ha delineato un quadro inquietante di accessi non autorizzati, portando alla luce il funzionamento di un’organizzazione che sfruttava le vulnerabilità dei sistemi informatici per scopi di lucro.