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La Ue non ascolta nessuno e impone il divieto assoluto su sigarette, “svapo” ed e-cig

Pubblicato: 25/10/2024 14:14
ursula von der leyen

L’Unione Europea somiglia sempre più a un coacervo di commissari incapaci di ascoltare e convinti di dover controllare e decidere ogni aspetto della vita dei cittadini. A suon di divieti e proibizioni. Questa cecità sta provocando danni enormi a tanti settori trainanti della nostra economia, a partire dalle auto.

Così, ora Bruxelles si appresta a calare un nuovo divieto che si preannuncia come l’ennesima imposizione dall’alto, ignorando le voci di dissenso che provengono da cittadini, esercenti e Stati membri. La Commissione Ue ha infatti deciso di estendere le restrizioni al fumo e allo svapo, abbracciando una logica che sembra più orientata a “imporre” che a “discutere”, in un contesto in cui le polemiche e le critiche si moltiplicano.

La proposta di estendere i divieti di fumo a luoghi esterni, come parchi giochi, fermate degli autobus e soprattutto dehor di bar e ristoranti, sembra ignorare le ragioni di chi opera nel settore e di chi utilizza questi spazi. Le autorità europee si muovono a ritmi serrati, senza mostrare la minima volontà di apertura al confronto.

Hotrec, l’associazione che rappresenta il settore della ristorazione e dell’ospitalità, ha sollevato grossi dubbi sia sui decreti in arrivo, sia sulla capacità di tali divieti di raggiungere gli obiettivi sanitari prefissati. E nonostante l’allerta lanciata dalla Fipe-Confcommercio in Italia sulle possibili ripercussioni economiche, nessuno a Bruxelles sembra prestare ascolto.

Dubbi sulle vere motivazioni: perché svapo ed e-cig?

La decisione di intervenire non solo sulle sigarette, ma anche sui prodotti di svapo, come le e-cig e i dispositivi a tabacco riscaldato, solleva interrogativi sul pragmatismo sulle reali motivazioni delle politiche europee.

Svapo ed e-cig, a differenza delle sigarette tradizionali, non producono fumi tossici per chi si trova nelle vicinanze, eppure la Commissione ha scelto di penalizzare anche questi prodotti. Un approccio che colpevolizza il consumatore invece di promuovere una maggiore consapevolezza e responsabilità nelle scelte personali.

Un’Urgenza Ingiustificata

La fretta di chiudere la questione entro il 6 novembre, persino ricorrendo a una “silent procedure” che escluderebbe il dibattito con gli Stati membri, solleva preoccupazioni sul rispetto dei principi democratici. Se i vincoli di tempo per l’aggiornamento della normativa non esistono, perché affrettarsi a implementare divieti che, nei luoghi in cui sono già stati introdotti, hanno spesso fallito nel raggiungere gli obiettivi?

Conseguenze Ignorate

La Commissione Ue sembra non considerare gli effetti disastrosi che queste politiche potrebbero avere sugli esercizi commerciali. Mentre l’Europa combatte contro il “vizietto” del fumo e dello svapo, ignora il contesto economico che i suoi provvedimenti influenzano. La salute pubblica è certamente importante, ma si rischia di ottenere l’effetto opposto, penalizzando le attività commerciali e, di conseguenza, l’occupazione.

A colpi di imposizioni

L’approccio dell’Unione Europea a queste tematiche dimostra una scarsa capacità di ascolto, mancanza di pragmatismo e anche una certa illogicità di fondo. Invece di avviare un dialogo costruttivo e considerare le opinioni di chi vive e lavora nel settore, Bruxelles sembra seguire una strada di imposizioni che rischia di alienare sempre più i cittadini.

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Ultimo Aggiornamento: 25/10/2024 17:48

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