
Il caso di Lyle e Erik Menendez, i due fratelli che nel 1989 uccisero i genitori Josè e Kitty a colpi di fucile nella loro villa di Beverly Hills, sta dividendo l’opinione pubblica americana da ormai 35 anni. Tanto da diventare anche una serie Netflix intitolata Monsters. Ora però ci troviamo davanti ad una possibile svolta. Il 26 novembre prossimo un giudice dovrà decidere se concedere loro la libertà condizionale, dopo la condanna all’ergastolo che stanno scontando. A risultare decisiva per la loro sorte potrebbe essere la nuova consapevolezza sulle vittime di abusi sessuali, diffusasi negli ultimi anni nella società occidentale, che potrebbe spingere l’accusa a riconsiderare l’omicidio. I due fratelli Menendez avrebbero subito infatti ripetute violenze dal padre Josè.
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L’anno scorso gli avvocati difensori di Lyle e Erik Menéndez hanno infatti chiesto la revisione del processo, presentando una testimonianza inedita: quella di Roy Rossellò, ex membro di una boy band portoricana, il quale ha dichiarato di essere stato violentato da José Menéndez, padre dei due fratelli e all’epoca dirigente di un’etichetta musicale con la quale il musicista aveva collaborato.
Perché Lyle e Erik Menendez potrebbero essere scarcerati
“Spesso, per ragioni culturali, non crediamo alle vittime di violenza sessuale, siano esse donne o uomini. – spiega in conferenza stampa il procuratore di Los Angeles, George Gascón – Ma alla luce delle molestie subite, i due fratelli Menendez non avrebbero dovuto essere giudicati per omicidio premeditato, ma per omicidio di secondo grado, che prevede una pena di 50 anni e non l’ergastolo. Considerata la giovane età e i tanti anni già trascorsi in detenzione, potrebbero già chiedere la condizionale e uscire”.

Nel corso del primo processo, divenuto subito un caso mediatico, i due fratelli Menendez ammisero il duplice omicidio, sostenendo però di aver agito perché temevano per la propria vita, dopo anni di violenze sessuali, fisiche e psicologiche subite dal padre nel silenzio della madre. La giuria non fu in grado di raggiungere un verdetto unanime e il procedimento fu annullato. Nel secondo processo, celebrato nel 1996 a porte chiuse, molte delle prove sulle violenze furono escluse. Lyle e Erik evitarono la pena di morte, ma vennero condannati al carcere a vita.