
Angela Iovino, vedova di Maikol Giuseppe Russo, racconta la sua vita da quando, il 31 dicembre 2015, suo marito fu ucciso in una sparatoria di camorra a Forcella, quartiere di Napoli. Da allora, vive con i due figli nelle Vele di Scampia, un complesso residenziale noto per le condizioni di degrado e per l’alta criminalità. Angela spiega che, nonostante Maikol avesse avuto piccoli precedenti giovanili, non era coinvolto nella camorra.
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Ora lotta affinché venga riconosciuto come vittima innocente di camorra, convinta della sua innocenza. “È stato straziante”, spiega Angela, riferendosi ai funerali e alle notizie che inizialmente sottolineavano che a morire, a Forcella, era stato un pregiudicato. “Lui aveva dei precedenti, ma risalenti a quando aveva 16 anni. Ma non a livello di camorra, erano cose “banali” da bambini. Ha sbagliato, eh”, chiarisce Angela.
Vivere nelle Vele, spiega Angela, non era una scelta: suo marito odiava quel luogo. Dal 2016, tuttavia, non ha trovato alternative abitative, e la situazione è peggiorata dopo il crollo del ballatoio della Vela Celeste. Nonostante i suoi sforzi, ottenere una casa è quasi impossibile, poiché i proprietari di case in affitto esigono garanzie come una busta paga statale, difficile da fornire per chi vive in contesti come quello delle Vele.
“Se era per me, dormivo nella macchina. Ma come fai con due bambini? Non riusciamo a trovare casa, niente. Sto provando di tutto, di più. Appena sentono che sei delle Vele… poi chiedono la busta paga statale. Dove la prendo questa busta paga statale? Se non stavo in difficoltà non stavo nella Vela” sottolinea la donna.
Angela conserva gelosamente i ricordi di Maikol, foto e lavoretti dei figli, e mostra il desiderio che i suoi bambini possano ricordare il padre. Parla del sogno infranto di una vita migliore e della sua determinazione a lasciare le Vele, con l’obiettivo di dare ai suoi figli un futuro migliore. Angela ha parlato molto poco in questi anni perché, come racconta, “ero nel mio dolore, a crescere i miei figli. Sono loro la mia forza“. Sono molti i problemi che ha dovuto affrontare dalla morte di Maikol, compresa la battaglia per potergli dare una “casa”.
Nel frattempo la battaglia dell’assegnazione di un loculo per Maikol in parte è stata vinta, come comunicato dal presidente dell’Associazione Commercianti di Forcella, Antonio Raio.