
Notte di raid in Iran: Israele ha colpito con tre attacchi consecutivi “precisi e mirati” su obiettivi militari a Teheran, mantenendo la promessa di “vendetta” dopo l’attacco del primo ottobre. L’operazione, concordata con gli Stati Uniti, è avvenuta senza colpire siti nucleari, come raccomandato dagli alleati americani, ma in un contesto di tensione crescente. Negli ultimi mesi, il conflitto tra Israele e Hamas si è esteso anche al Libano, dove l’esercito israeliano fronteggia Hezbollah.
L’intervento di Pyongyang sul fronte ucraino
La situazione in Ucraina sembra destinata a complicarsi ulteriormente con l’intervento imminente dei militari nordcoreani, che, secondo fonti statunitensi, sono già in viaggio verso la regione di Kursk.
Margelletti: “Due scenari per l’Iran”
Intervistato da La Stampa, il presidente del Csi Andrea Margelletti ha illustrato i possibili scenari: “Dipende da quello che l’Iran e la classe dirigente iraniana vuole. Ci sono due alternative: non fare nulla e diventare irrilevanti nello scenario islamico e Mediorientale, oppure reagire e rischiare la sopravvivenza del proprio sistema politico.”
Stati Uniti e Nazioni Unite: tentativi di mediazione
Gli Stati Uniti hanno cercato di ridurre le tensioni attraverso una “moral suasion” su Israele, raccomandando una selezione rigorosa degli obiettivi. Tuttavia, Margelletti sottolinea il ruolo limitato delle Nazioni Unite, spesso prese di mira proprio dalle parti in conflitto, come accaduto con i raid israeliani in Libano. Critico anche il giudizio sull’Europa, descritta come incapace di prendere iniziative autonome per la pace.
Un rischio globale?
La possibilità di un conflitto globale è concreta? Margelletti non usa mezzi termini: “Dobbiamo essere terrorizzati. Tra pochi giorni, truppe di un altro continente combatteranno in Europa, mi riferisco ai nordcoreani in Ucraina. Se questo non è un motivo per essere terrorizzati da un allargamento del conflitto, non saprei proprio che cosa pensare.”
L’analista evidenzia come l’arrivo di forze nordcoreane rappresenti di fatto un allargamento intercontinentale del conflitto: “Non si parla di un possibile allargamento, è già di per sé un allargamento, se non mondiale, perlomeno intercontinentale.”
Quale risposta dall’Alleanza Atlantica?
Riguardo alla reazione della NATO, Margelletti ritiene che la priorità sia rafforzare ulteriormente il supporto all’Ucraina, sia in termini militari che politici: “L’unica risposta al momento è continuare a mantenere, se possibile, implementare in maniera rilevante il supporto militare all’Ucraina oltre a quello politico.”
La situazione descritta dal presidente del Csi evidenzia un quadro geopolitico sempre più instabile, in cui l’intervento di attori esterni potrebbe portare a conseguenze imprevedibili e preoccupanti per l’intera comunità internazionale.