
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha rivelato che il presunto dossieraggio contro di lei sarebbe iniziato già alla fine del governo Draghi, quando si intuiva la possibilità di una sua salita al governo. La dichiarazione è contenuta nell’ultimo libro di Bruno Vespa, “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse l’Europa (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)”.
Meloni ha sottolineato l’importanza di un’indagine approfondita da parte della magistratura, affermando che “nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere”. Secondo la leader di Fratelli d’Italia, dietro questi presunti dossieraggi potrebbe celarsi un sistema di ricatto ed estorsione, oppure, nella peggiore delle ipotesi, un reato di eversione.
Sorella di Meloni coinvolta nelle vicende
Nel libro, Meloni affronta anche il caso della sorella Arianna Meloni, che sarebbe stata bersaglio di attacchi mediatici. “Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me”, ha dichiarato il presidente del Consiglio. Meloni ha voluto sottolineare che sua sorella non ha “scheletri nell’armadio” e ha condiviso un aneddoto personale: “Quando è uscita questa notizia, mia sorella mi ha mandato la foto dell’estratto del suo conto in banca. C’erano 2100 euro. Mi ha scritto: ‘Se me l’avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto’, con la faccina che ride”.
Attesa per le indagini
La vicenda dei dossieraggi si inserisce in un contesto delicato e complesso, con la magistratura chiamata a fare luce sulle presunte operazioni di raccolta di informazioni contro Meloni e la sua famiglia. La leader del governo ha espresso chiaramente la sua aspettativa che si vada “fino in fondo”, assicurando così trasparenza e giustizia in una vicenda che, se confermata, rappresenterebbe una grave minaccia alla stabilità delle istituzioni democratiche italiane.