Dolore e commozione alla camera ardente di Fabio Tosi, dove amici e parenti si sono radunati per dare l’ultimo saluto a un giovane amato da tutti. Fabio, strappato alla vita a soli 34 anni, ha lasciato un vuoto profondo nei cuori di quanti lo conoscevano. Daniela, sua madre, tra le lacrime lo ha ricordato con un misto di affetto e amarezza: «Me l’hanno massacrato. Bello com’era». Nel feretro, Fabio riposa con il suo frisbee tra le mani, una passione che lo aveva accompagnato fin dai tempi delle superiori e che lo aveva portato persino ai mondiali di Toronto e Londra.
Il dolore della famiglia
In un post su Facebook, la compagna di Fabio, Benedetta, ha voluto avvisare amici e conoscenti dell’allestimento della camera ardente, specificando la possibilità per chi volesse di vedere Fabio per l’ultima volta: «Vi chiedo di valutare il vostro grado di impressionabilità, ma abbiamo ritenuto giusto poterlo vedere fino alla fine». Benedetta, con una forza mista a vulnerabilità, ha aggiunto: «Diamogli un saluto degno, gentile ma potente, che risuoni ovunque l’amore per lui».
Franco, il papà di Fabio, cerca di trovare un senso a quanto accaduto: «Esiste una logica nella vita, per cui i genitori non devono mai seppellire i figli». Una frase che racchiude l’incredulità e la disperazione di una famiglia che si vede spezzata per sempre. Alla camera mortuaria di via Tosarelli, gli amici, i colleghi e i compagni di frisbee si sono riuniti per ricordare un ragazzo gentile e sempre disponibile, come lo ha descritto la mamma: «Fabio era un ragazzo tenero, aiutava tutti. Era figlio unico, quindi era attaccatissimo a noi e aveva trovato una compagna eccezionale». Fabio Tosi ha perso la vita in un’esplosione devastante che ha distrutto un capannone e ha ucciso anche il suo collega, Lorenzo Cubello, di 37 anni. Daniela, ancora stordita dal dolore, ha espresso lo sgomento di una madre che mai avrebbe immaginato di perdere il figlio in un simile incidente: «Tutti i giorni se ne sentono, ma non avrei mai pensato che anche mio figlio venisse a far parte della schiera delle morti bianche».
Mentre le immagini di Fabio scorrevano sullo schermo della camera mortuaria, tutti hanno potuto rivedere i momenti più belli della sua vita: Fabio appena nato, Fabio che spinge un bidone, Fabio vestito in stile anni Trenta per una festa con gli amici, Fabio a Firenze con la sua amata. Momenti felici che resteranno impressi nei cuori di chi lo ha conosciuto.
L’ultimo pensiero di Benedetta
L’Ad dell’azienda ha rivelato che il primo soccorritore ad assistere Fabio è stato Luca, il marito di una collega di lavoro di Benedetta. Con il cuore in gola, Benedetta teme che Fabio abbia sofferto o avuto paura prima di perdere i sensi. «Io e lui ci proteggevamo a vicenda, e a me l’idea che qualcuno o qualcosa abbia potuto spaventarlo, prima di morire, mi ammazza».
All’ingresso della camera ardente, accanto alla sua fotografia, c’erano una cravatta di Grifon d’Oro e un piccolo Lego, simboli della personalità di Fabio. Benedetta, con un sorriso amaro, ha ricordato: «Io sono Serpe Verde, eravamo una bella coppia». In memoria di Fabio, Benedetta ha invitato a fare donazioni alla Casa delle Donne, ricordando quanto Fabio fosse un convinto sostenitore dell’uguaglianza e del rispetto per tutti: «Io e Fabio parlavamo spesso di femminismo, lui era un alleato, non faceva giochi di potere, aveva un profondo rispetto per tutti gli esseri umani».