
Un dramma che ha commosso l’Italia, quello della 19enne Matilde Lorenzi, morta a seguito di un drammatico incidente sulla pista da sci. Una stella nascente dello sport italiano che stava pian piano riuscendo a coronare il suo sogno, quello di riuscire a gareggiare con i migliori. Inseguendo quella passione che coltivava sin da piccola. Alle pagine del Corriere, il fratello Matteo ha spiegato: «Ci sono ancora troppe emozioni. Ma vorrei dire che per il funerale di Matilde non vogliamo nessun fiore. In queste ore stiamo cercando di organizzare una raccolta di fondi da destinare al miglioramento della sicurezza degli atleti che sciano. Sarà il modo per tenere vivo il ricordo di Mati».
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Anche la sorella Lucrezia ha voluto parlare di Matilde, Mati come la chiamavano tutti: «Com’era mia sorella? Ridurla a qualche aggettivo è minimizzante. Aveva però tutto: energia, determinazione, coraggio, forza, positività. Era felicissima come mai nessuno l’aveva vista. Era appagata sugli sci e lo era pure a livello sentimentale. Era in sintonia con la famiglia, stava bene a livello mentale».
«Ho cominciato io con lo sci: i miei mi portavano agli allenamenti e così, a furia di weekend sulle nevi, questo sport è piaciuto pure a mia sorella. Ma io sono poi diventata slalomista, mentre lei è rimasta velocista perché per Mati i pali stretti erano una guerra. Aveva voglia di imitarmi? Tanti lo sostenevano, lo si capiva dagli sguardi. Ero comunque la “sorellona” che doveva proteggere e alla quale poteva rivolgersi sempre e comunque, che si trattasse di chiedere un consiglio o di sparare una cavolata».
«Si immaginava campionessa? Certo che sì. E voleva diventarlo trasmettendo positività. Forse qualcuno l’ha voluta con sé. Continuerò nel nome suo. Voglio vincere al più presto una gara per potergliela dedicare».