Donald Trump torna a minacciare l’Unione Europea, evocando lo spettro di una nuova guerra commerciale globale. Durante il comizio in Pennsylvania di martedì 29 ottobre, l’ex presidente ha lanciato un monito alla Ue, puntando nuovamente sui dazi come strumento di pressione. Questa retorica risuona particolarmente forte a pochi giorni dalle elezioni negli Stati Uniti, che potrebbero ridefinire l’assetto geopolitico e commerciale dell’Occidente.
“L’UE dovrà pagare un prezzo elevato”: i dazi fino al 10%
Trump ha dichiarato che l’Europa dovrà “pagare un prezzo elevato” per non aver acquistato abbastanza prodotti americani, ribadendo la proposta di imporre dazi. Durante il discorso, ha presentato il suo “Trump Reciprocal Trade Act”, che punta ad aumentare le tariffe su beni importati per raggiungere una “reciprocità” anche con i Paesi considerati amici.
“L’Unione Europea sembra così carina, così adorabile, vero? Tutti i bei paesini europei che si uniscono,” ha detto il tycoon, criticando l’Europa per la scarsa apertura verso le auto e i prodotti agricoli americani. “Vendono milioni di auto negli Stati Uniti, ma non prendono i nostri prodotti. Per questo dovranno pagare un prezzo elevato,” ha aggiunto Trump.
Il piano di Trump prevede un’imposta del 10% sulle importazioni da tutti i Paesi, oltre a un dazio del 60% sulle importazioni dalla Cina. Alcuni economisti avvertono che queste misure avrebbero gravi ripercussioni sulle catene di approvvigionamento mondiali, con probabili ritorsioni e un incremento dei costi.
Impatti sull’economia europea: cinque volte i dazi attuali
Non è la prima volta che Trump minaccia i prodotti europei. Secondo i calcoli di Goldman Sachs, se le misure venissero applicate, i dazi medi sui beni europei potrebbero quintuplicarsi, portandosi intorno al 12%. Paesi europei molto dipendenti dall’export, come l’Italia, rischierebbero quindi forti contraccolpi, con impatti significativi sul settore manifatturiero. In uno scenario simile, molte economie europee potrebbero dover ripensare le proprie politiche commerciali.
Minacce anche a Taiwan e al settore dei semiconduttori
Oltre all’Europa, Trump ha rivolto parole forti anche a Taiwan, affermando che l’isola dovrebbe “pagare gli Stati Uniti” per la difesa che ricevono. Il tycoon ha poi accusato Taipei di aver sottratto agli USA il business dei semiconduttori.
Gli Stati Uniti, obbligati per legge a fornire supporto difensivo a Taiwan nonostante l’assenza di legami diplomatici formali, in caso di vittoria del candidato repubblicano potrebbero dover rinegoziare queste relazioni, aggiungendo ulteriore tensione nel contesto internazionale.