
La Russia non si ferma, anzi, alza il tiro. L’esercito sovietico, in occasione di una dimostrazione di forza ed efficienza dell’apparato militare, ha completato l’esercitazione strategica “Grom” con il lancio di un missile balistico intercontinentale Yars e ha simulato un attacco nucleare a lungo raggio.
Certo non si è trattato di una scelta casuale, piuttosto di un messaggio che Putin ha voluto lanciare all’Occidente. con una dimostrazione di potenza maggiorata rispetto agli anni precedenti. Il presidente russo ha anche rilasciato una dichiarazione significativa. “Alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche”, ha detto lo Zar, “è imperativo per noi avere forze strategiche moderne pronte al combattimento“.
L’esercitazione Grom e la “Triade” russa
L’esercitazione Grom, che si ripete regolarmente ogni anno, ha messo in atto un’ampia dimostrazione di forza. Ma fa pensare, e preoccupa, il fatto che vi abbiano partecipato tutti e tre i vettori nucleari della cosiddetta “Triade”: forze nucleari di terra, aria e mare.
>The Russians conducted their annual strategic nuclear forces exercise today.
— Thord Are Iversen (@The_Lookout_N) October 29, 2024
We got a Yars ICBM from Plesetsk, SS-N-23 SLBM from the Delta-IV class SSBN Novomoskovsk in the Barents, Bulava SLBM from the Borei-class SSBN Knyaz Oleg from the Sea of Okhotsk + LRA participation. https://t.co/uAQ2sufCR3 pic.twitter.com/r48Sq26sYB
Un missile Yars, in grado di colpire oltreoceano, è stato lanciato nei pressi del cosmodromo di Plesetsk, mentre due sottomarini, uno Delta IV e uno Borei, hanno lanciato rispettivamente un SS-N-23 e un Bulava dalle acque del Mare di Okhotsk vicino al Giappone. Proprio mentre anche la Corea del Nord metteva in atto un’esercitazione contraria alle disposizioni dell’Onu, lanciando a sua volta un missile a lunga gittata vicino alle coste giapponesi.
La strategia di utilizzo della “Triade” da parte di Mosca ha un obiettivo specifico: mostrare la capacità di una risposta distruttiva contro ogni attacco nucleare, secondo la dottrina della Guerra Fredda. In caso di un attacco preventivo, la Russia può garantire una rappresaglia apocalittica con il dispiegamento delle sue testate su differenti vettori.

Putin e Belusov: “Misura di deterrenza, non di aggressione”
Il ministro della Difesa russo, Andrei Belusov, ha chiarito che la simulazione rappresenta una risposta a un ipotetico attacco nemico, senza intenti aggressivi. Putin ha ribadito che le testate nucleari restano una “misura estrema ed eccezionale per garantire la sicurezza nazionale”. Ma ha anche sottolineato l’importanza di avere un arsenale nucleare all’avanguardia, dichiarando che il programma di modernizzazione delle forze nucleari è completato al 94%.
Pressione sulla Nato e timori per la Corea del Nord
La dimostrazione di potenza russa sembra finalizzata a esercitare pressione sui governi dei Paesi che fanno parte della Nato. L’obiettivo è di spingerli a ridurre il sostegno militare all’Ucraina. La retorica nucleare del Cremlino, infatti, è un’arma strategica per mettere un freno al supporto militare che l’Occidente a Kiev e impedire l’uso di ordigni a lungo raggio sul territorio russo.
E mentre la Russia alza la voce, le tensioni si allargano all’Asia orientale. L’alleanza fra Putin e Kim, il dittatore che guida la Corea del Nord, è sempre più stretta ed evidente. Si teme che la Russia possa trasferire tecnologie avanzate al regime di Pyongyang. In cambio, Mosca chiede un supporto militare da parte del regime di Kim. Le autorità sudcoreane, intanto, segnalano il rischio di test nucleari nordcoreani durante le prossime elezioni americane. Un’ipotesi che accrescerebbe la tensione in una fase già critica per l’ordine mondiale.