Un problema tecnico ha causato l’inversione dei risultati dei test di gravidanza nel laboratorio analisi dell’Ospedale Parini di Aosta, portando le pazienti in stato interessante a risultare negative, e viceversa. L’anomalia, scoperta all’inizio di ottobre, ha riguardato 11 donne e ha destato grande preoccupazione. La vicenda è stata resa pubblica dalle pagine locali del quotidiano La Stampa.
La Scoperta dell’Errore e il Ruolo del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita
L’errore è stato individuato dopo che una paziente sottoposta a fecondazione assistita ha ricevuto un risultato negativo anomalo, con valori insoliti. Gli specialisti del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Ospedale Beauregard hanno quindi invitato la donna a ripetere il test e segnalato la situazione al laboratorio analisi del Parini. Da qui sono iniziate le verifiche, e le pazienti interessate sono state avvisate rapidamente.
L’Intervento dei Tecnici e la Correzione del Problema
Una volta scoperta la causa, i tecnici della ditta fornitrice del software hanno immediatamente eseguito le azioni correttive necessarie. Secondo la dottoressa Patrizia Falcone, direttrice della struttura complessa di Analisi cliniche, le pazienti sono state avvisate tempestivamente e non ci sono state conseguenze significative. Falcone ha dichiarato che, nel giro di poche ore, sono state attivate tutte le misure per correggere la situazione e garantire la sicurezza delle utenti.
Le Procedure di Verifica e la Conferma dell’Anomalia Informatica
Il laboratorio ha subito avviato le procedure di verifica e controllo previste dai protocolli interni di gestione del rischio. Le verifiche hanno confermato che l’inversione dei risultati è stata causata da un errore di programmazione nel software della strumentazione, fornito da una ditta esterna. L’inconveniente ha comportato l’errata trasmissione dei risultati per un numero limitato di test.
Misure di Sicurezza e Trasparenza
Per garantire la trasparenza e la sicurezza, il laboratorio ha attivato la procedura di Incident Reporting, come previsto dai protocolli dell’AUSL, per segnalare gli eventi avversi anche quando, come in questo caso, non sono imputabili direttamente al personale del laboratorio. La dottoressa Falcone ha confermato che, trascorsi 30 giorni dall’episodio, non sono emersi ulteriori problemi, sottolineando l’impegno costante del laboratorio nel mantenere elevati standard di sicurezza.