Immigrazione, banlieue, criminalità organizzata: la situazione in Francia è sempre più insostenibile. Il Paese è sotto choc per quanto avvenuto in una piccola città di circa 91.000 abitanti, una scena che a molti ha ricordato la violenza a cui sono abituati in Messico o in altri Paesi legati al narcotraffico sudamericano.
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La sparatoria di massa avvenuta a Poitiers ha messo a nudo le problematiche di un’integrazione fra culture mai veramente avvenuta. E ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e la delinquenza giovanile. Nel quartiere Couronneries, intorno alle 22.45 di venerdì scorso, cinque persone sono rimaste ferite durante una violenta rissa, con un ragazzo di 15 anni colpito alla testa e ora in condizioni gravissime. Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha parlato di una vicenda legata al traffico di droga. Ma a lasciare tutti attoniti è il fatto che la sparatoria ha coinvolto “centinaia di persone”.
Una scena da “capitali del narcotraffico”
Retailleau ha parlato all’emittente Bfmtv, e ha sottolineato come si sia trattato di una “violenza tipica delle capitali del narcotraffico latinoamericano”. Secondo il ministro, tra 400 e 600 persone sarebbero state coinvolte nella sparatoria, scoppiata in un ristorante e degenerata rapidamente in una rissa di proporzioni inaspettate.
La brutalità e la portata dell’evento hanno colpito profondamente l’opinione pubblica francese, sollevando interrogativi sulla crescente violenza giovanile e sul ruolo della criminalità organizzata nelle aree urbane e periferiche del Paese. Il drammatico episodio di Poitiers si aggiunge a una serie di eventi che testimoniano una crescente crisi di sicurezza in Francia. Non solo nelle banlieue parigine, ma anche in centri meno noti, l’aumento della criminalità e della delinquenza giovanile sta assumendo connotati sempre più preoccupanti.