Oltre 200 soldati dell’esercito boliviano sono stati presi in ostaggio da gruppi di sostenitori dell’ex presidente Evo Morales, a seguito di un attacco a tre caserme nella regione del Chapare, nel dipartimento di Cochabamba. L’annuncio è arrivato dal ministero degli Affari Esteri boliviano, che ha riferito di un’operazione condotta da gruppi irregolari nel contesto delle proteste antigovernative che si protraggono ormai da venti giorni.
Gli assalitori hanno anche sequestrato armi da guerra e munizioni, aumentando ulteriormente le tensioni nel paese. In risposta, il governo boliviano ha deciso di inviare l’esercito nella zona per supportare la polizia nelle operazioni di sgombero delle strade, bloccate dai manifestanti pro-Morales.
La figura dell’ex presidente Morales, nel mirino di un’inchiesta per un caso di stupro, rimane centrale nella crisi attuale. I suoi sostenitori denunciano il procedimento come una “persecuzione giudiziaria e politica” da parte del governo dell’attuale presidente Luis Arce, ex ministro e alleato di Morales, che però nega ogni legame con l’accusa e continua a sostenere la necessità di riportare la calma nel paese.