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Maia Sandu vince le presidenziali contro i filo russi: la Moldavia resta europeista

Pubblicato: 04/11/2024 06:43

Chisinau – Maia Sandu si riconferma presidente della Moldova con una vittoria ponderata e riservata, attendendo pazientemente che il distacco dai rivali fosse incolmabile. Con il 54,6% dei voti contro il 45,4% del candidato Alexandr Stoianoglo, ex procuratore generale sostenuto dai socialisti filorussi, Sandu ottiene un secondo mandato. Stoianoglo, soprannominato “il cavallo di Troia del Cremlino”, rappresentava l’opzione filorussa, ma è stata la diaspora moldava a determinare l’esito, con una partecipazione record di oltre 320.000 voti, superando nettamente i circa 250.000 del primo turno e portando l’affluenza complessiva oltre il 54%.

Una vittoria democratica tra Europa e Russia

Sandu, 52enne sostenitrice del progetto europeo, ha dichiarato: «Cari moldavi, oggi avete dato una lezione di democrazia. Nella nostra scelta per un futuro dignitoso, nessuno ha perso». Le elezioni presidenziali hanno rappresentato una battaglia tra Russia e Unione Europea, simile a un referendum sulla direzione politica della Moldova, sotto gli occhi attenti di Bruxelles. L’esito potrebbe influenzare le elezioni parlamentari del 2025, decisive per il proseguimento dei negoziati di adesione all’UE iniziati in estate.

Tensione e ingerenze: la Russia e la “guerra ibrida

La campagna elettorale è stata caratterizzata da intense tensioni, tra acquisto di voti e interferenze russe. Stanislav Secrieru, consigliere per la sicurezza di Sandu, ha descritto le azioni russe come una «massiccia interferenza», tra cyberattacchi, falsi allarmi bomba e minacce agli elettori. A supporto di Stoianoglo, sono stati organizzati voli e trasporti per la diaspora filorussa da città come Mosca, Minsk e Istanbul e anche dalla Transnistria separatista. Tuttavia, Sandu ha mantenuto un atteggiamento fiducioso, ricordando che «il potere del popolo è infinitamente superiore».

Un Paese diviso tra Chisinau e le zone rurali filorusse

La vittoria di Sandu riflette la divisione crescente all’interno della Moldova: la capitale Chisinau e la diaspora si schierano verso l’Europa, mentre le regioni rurali e aree come Transnistria e Gagauzia restano fedeli a Mosca. Octavian Ticu, ex pugile olimpico e oggi parlamentare, ha sottolineato come la popolazione pro-UE sia in calo a causa delle difficoltà economiche e del lento avanzamento nella riforma della giustizia. Nonostante gli sforzi di coalizione degli oppositori di Sandu, l’esito non è cambiato. La presidente promette: «Sarò la presidente di tutti i moldavi», cercando di colmare le divisioni ancora profonde del Paese.

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