La burocrazia può essere a volte implacabile, anche di fronte a un dolore come quello di una madre che ha perso un figlio nella tragedia di Rigopiano. Il 18 gennaio 2017, una valanga travolse l’hotel Rigopiano causando la morte di 29 persone. Tra queste vittime c’erano Marco Tanda, di 25 anni, e la sua fidanzata Jessica Tinari. A distanza di sette anni, la madre di Marco, Elma, ha ricevuto una raccomandata dalla ASL di Pescara, che richiede il pagamento di 40,97 euro per un intervento sanitario ricevuto in codice bianco al pronto soccorso. Quel giorno, Elma era stata portata lì, assieme ad altri parenti, per attendere notizie su suo figlio.
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Ha aperto la lettera con le mani tremanti
Gianluca Tanda, fratello di Marco e ristoratore romano, racconta la vicenda: “Quando mamma ha aperto la lettera, le tremavano le mani e aveva gli occhi lucidi. Tornare a quei momenti di attesa è stato straziante”. Elma, che dopo il terremoto si è trasferita a Roma, nel quartiere di Centocelle, riceve questa richiesta come un richiamo al trauma di quei giorni. Gianluca ricorda le circostanze di quel “soccorso”: “Eravamo nella sala adiacente al pronto soccorso di Penne. C’era molta confusione e poche certezze. Pensavamo si trattasse di una semplice slavina, ma quando arrivarono molti volontari e operatori capimmo la gravità della situazione.” La madre, ancora in attesa di notizie certe, era stata sottoposta a un questionario per descrivere i segni particolari del figlio: “Di fronte a quelle domande, mia madre si è sentita male ed è stata soccorsa. In quel momento ha realizzato che non si trattava di un banale incidente.”
Il direttore generale della ASL di Pescara, Vero Michetelli, ha espresso la propria vicinanza alla famiglia Tanda, specificando però che l’atto amministrativo è dovuto e non può essere annullato. Ha inoltre dichiarato che si farà carico personalmente del pagamento. Sebbene questo gesto rappresenti un segno di rispetto, per la famiglia resta comunque un’incomprensibile aggiunta di dolore. Gianluca conclude: “È un atto di burocrazia cieca, che non tiene conto della sofferenza di una madre che ha perso il figlio in una tragedia così grande.”