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Si apre a Parigi il processo per Samuel Paty, il prof decapitato per aver mostrato vignette di Maometto

Pubblicato: 04/11/2024 17:38

Il processo per l’omicidio di Samuel Paty è iniziato oggi a Parigi, con otto adulti accusati di associazione con un gruppo terroristico e incitamento all’odio. L’insegnante di storia e geografia è stato brutalmente decapitato il 16 ottobre 2020, dopo aver mostrato caricature di Maometto durante una lezione sull’educazione civica, attirando l’ira di alcuni genitori e militanti islamisti. L’assassino, Abdoullakh Anzorov, giovane jihadista ceceno, aveva pianificato l’omicidio con l’aiuto di alcuni adolescenti e di adulti radicalizzati.

Tra i principali imputati spiccano Brahim Chnina, padre di una studentessa che aveva diffuso false accuse contro Paty, alimentando una campagna d’odio online, e Abdelhakim Sefrioui, militante islamista, che ha partecipato alla produzione di un video contro Paty, etichettandolo come un “ delinquente”. Entrambi avrebbero creato un clima di ostilità contro l’insegnante, coinvolgendo altre persone vicine. La figlia di Chnina e altri cinque adolescenti, ex studenti dell’istituto, sono stati processati a inizio dicembre 2023 presso il tribunale dei minori con condanne dai 14 mesi fino ai due anni per “accuse calunniose e false”. Uno di loro aveva fornito ad Anzorov il percorso che faceva Paty dall’uscita della scuola fino a casa, reclutando studenti per monitorarlo nei suoi movimenti.

Priscilla Mangel, accusata di jihadismo, avrebbe comunicato con Anzorov nei giorni precedenti l’attentato, alimentando le sue convinzioni estremiste e descrivendo l’insegnamento di Paty come offensivo nei confronti dell’Islam. Altri imputati, tra cui Yusuf Cinar, Ismaïl Gamaev e Louqmane Ingar, sono accusati di aver partecipato a gruppi su Snapchat in cui circolavano messaggi di propaganda jihadista e di sostegno ad Anzorov.

Il processo si è aperto in un clima di grande tensione, con il Comune di Conflans-Sainte-Honorine, che si è costituito parte civile. L’assassinio di Paty è stato interpretato come un attacco non solo all’individuo ma ai valori fondamentali della Repubblica francese. La scuola in cui Paty insegnava sarà rinominata in suo onore, simbolo dell’impegno per la libertà di espressione e per la lotta contro l’intolleranza.

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