La crisi del mercato dell’auto non accenna a placarsi, anzi, la situazione peggiora di giorno in giorno. Dalle chiusure a tappeto della Volksvagen ai pessimi numeri di Stellantis, il disastro provocato da molti fattori sottovalutati dalle istituzioni (soprattutto quelle europee) sta causando una contrazione violenta delle vendite. Così, uno dei comparti più importanti dell’economia italiana ed europea si avvita su se stesso e rischia di creare una crisi economica e occupazionale che potrebbe avere risvolti drammatici.
I dati horror degli ultimi tre mesi
Negli ultimi tre mesi, il mercato automobilistico italiano ha registrato un crollo delle immatricolazioni di auto nuove. Ottobre ha segnato una flessione del 9,05% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Con soli 126.488 veicoli immatricolati, l’industria automobilistica si trova ad affrontare una crisi che si riflette non solo in Italia, ma anche a livello europeo, con marchi storici come Volkswagen in grave difficoltà. Le ultime notizie, definite da alcuni osservatori come un “bollettino di guerra”, mettono in evidenza la serietà della situazione.
Un Settore in Difficoltà
Il Ministero dei Trasporti ha confermato l’ennesimo trend al ribasso per il settore automobilistico, che continua a subire le conseguenze di un calo della domanda e dei costi di produzione crescenti. A fronte di un incremento del 10,25% nelle vendite di auto usate, che ora rappresentano l’81,17% delle transazioni, le auto nuove stentano a trovare acquirenti. “Proseguendo su questa strada, la catastrofe è dietro l’angolo”, ha avvertito Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.
La Crisi delle Auto Elettriche
Dopo un iniziale exploit dovuto agli incentivi, il mercato delle auto elettriche mostra segni di stagnazione. Le immatricolazioni di ottobre registrano una battuta d’arresto rispetto ai mesi precedenti. Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia, avverte che “il mercato auto italiano si mostra nuovamente in importante ribasso”, evidenziando come questo andamento potrebbe portare a un consuntivo negativo per la fine dell’anno.
Le Richieste del Settore
In questo contesto critico, si fa sentire la necessità di un intervento governativo. Vavassori sottolinea l’importanza di ripristinare il Fondo automotive pluriennale, essenziale per sostenere la filiera. Michele Crisci, presidente dell’Unrae, ha espresso preoccupazione per la decurtazione dell’80% di questo fondo prevista nella Legge di bilancio, affermando che ciò segna un “de profundis” per la transizione green nel settore. Crisci chiede anche un urgente rifinanziamento dell’ecobonus per i prossimi anni.
Massimo Artusi, presidente di Federauto, ha avvertito che “il mercato non ha le forze necessarie a generare un input di rinnovo del parco”, esortando il governo a definire rapidamente una politica chiara per il settore.
Appello all’Unione Europea
La situazione suscita preoccupazione anche a livello europeo. Gian Primo Quagliano ha invitato l’Unione Europea a rivedere le sue posizioni sulla transizione energetica delle auto, avvertendo che “essere prima della classe nel mondo su questo terreno sta già generando forti perdite al settore europeo dell’auto”. Senza un cambio di rotta, le prospettive per l’industria automobilistica europea potrebbero rivelarsi disastrose.
Il mercato automobilistico italiano è in una fase critica, con immatricolazioni in calo e una crescente preoccupazione per il futuro. Le richieste di supporto da parte degli operatori del settore sono sempre più pressanti, mentre le prospettive di ripresa rimangono incerte. La necessità di politiche di sostegno e di un ripensamento strategico a livello europeo potrebbe rivelarsi fondamentale per la salvaguardia dell’industria e dell’occupazione del settore.