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Uccise il padre a martellate, annullata la condanna per Marco Eletti, ex campione de L’Eredità

Pubblicato: 05/11/2024 22:22

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza che prevedeva 24 anni e due mesi di reclusione per Marco Eletti, un uomo di 36 anni, condannato per l’omicidio premeditato del padre e per il tentato omicidio della madre. Il caso sarà ora reinviato in Appello, dove si dovrà decidere se c’è stata effettivamente premeditazione. La notizia è stata comunicata in serata.
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I fatti risalgono al 24 febbraio 2021, a San Martino in Rio, nella provincia di Reggio Emilia. Marco, che aveva confessato, era stato giudicato colpevole sia in primo che in secondo grado per aver ucciso il padre, Paolo, con colpi di martello nella loro abitazione. Ha anche tentato di uccidere la madre, Sabrina Guidetti, che è riuscita a salvarsi, trovata narcotizzata e con i polsi tagliati accanto al corpo del marito.

Fin dall’inizio, i sospetti si erano concentrati sul figlio, un grafico appassionato di scrittura e noto per aver partecipato al quiz televisivo “L’Eredità” su Rai1. Fu lui a contattare i soccorsi, rivelando di aver trovato i genitori in quelle condizioni.

All’inizio, Marco aveva negato ogni accusa, ma successivamente durante il processo ha fatto una confessione, dichiarando: “Devo riconoscere sia a voi che a me stesso le mie responsabilità in questa situazione. È passato molto tempo da quando sono accaduti questi eventi, e durante questo periodo ho ricevuto supporto da molte persone, incluso il mio legale e familiari, che mi hanno aiutato a riflettere sull’accaduto.”

Tra le aggravanti contestate dalla Procura c’era la premeditazione, ma anche il fatto che le vittime fossero suoi parenti. Tuttavia, quest’ultima accusa è stata ritirata in udienza preliminare dopo che un test del DNA ha rivelato che Paolo non era il padre biologico di Marco.

Secondo l’accusa, il movente sarebbe legato alla scoperta di una doppia vita del padre e a questioni relative alla casa familiare, alla quale il figlio ambiva fin da subito, mentre i genitori non volevano lasciarla.

Sia i giudici di primo grado che quelli d’appello avevano riconosciuto la premeditazione, ma la difesa ha sempre contestato questa impostazione. Anche di fronte alla Cassazione, gli avvocati di Marco, Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, hanno sostenuto che era stata pianificata solo l’aggressione alla madre e non quella al padre, collocando il delitto in un contesto di improvvisa esplosione di rabbia.

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Ultimo Aggiornamento: 06/11/2024 07:14

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