Il Conte Pietro Costanzia di Costigliole e suo fratello Rocco, il loro papà e altre otto persone. Sale a undici il numero degli indagati per l’agguato con il machete del 18 marzo 2024 in via Panizza a Torino, quartiere Mirafiori. I pubblici ministeri Mario Bendoni e Davide Pretti, nei giorni scorsi, hanno concluso le indagini preliminari per chiarire le responsabilità dell’episodio. Alla vittima, 23 anni, per le ferite era stata amputata una gamba dopo un delicato intervento all’ospedale Cto di Torino.
L’accusa sostiene che Pietro Costanzia, 23 anni, conte di Costigliole, avrebbe organizzato un vero e proprio agguato come atto di vendetta contro la vittima, che avrebbe rivolto attenzioni indesiderate alla sua fidanzata. Secondo le indagini, il fratello minore Rocco, 22 anni, avrebbe guidato lo scooter con cui i due si sono recati sul luogo dell’aggressione. La vittima è stata colpita pesantemente alla gamba sinistra con un machete, subendo lesioni tali da costringere i medici del CTO a procedere con l’amputazione dell’arto sotto il ginocchio.
Le indagini si sono concentrate anche sui complici: due giovani conoscenti dell’aggressore che avrebbero attirato la vittima in una trappola, mentre un altro avrebbe sorvegliato la zona. Un’altra coppia di amici è indagata per favoreggiamento personale, avendo fornito le proprie generalità per facilitare la fuga dei due fratelli, poi rintracciati in un albergo a Torino. Anche il padre dei due ragazzi è tra gli indagati. Secondo l’accusa, avrebbe falsificato un documento per consentire a una ragazza spagnola di incontrare i suoi figli in carcere, aggiungendo un ulteriore capo di accusa.
I procuratori contestano diciassette capi d’accusa. Per i fratelli Costanzia, l’accusa principale è di tentato omicidio, poiché i colpi di machete avrebbero potuto risultare fatali per la vittima. Terminate le indagini preliminari, per gli indagati si avvicina il processo.