Al Policlinico San Martino di Genova è stato recentemente ricoverato il primo paziente in Italia affetto dal virus H3N2, un sottotipo di influenza A. Si tratta di un uomo di 76 anni che, oltre ai classici sintomi influenzali, ha manifestato anche sintomi neurologici, come dichiarato dal professor Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive presso l’ospedale. Attraverso i suoi social, Bassetti ha avvisato del possibile impatto della stagione influenzale imminente, ritenendola particolarmente severa: “Se il buongiorno si vede dal mattino… non sarà una bella stagione influenzale”.
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Il virus H3N2 è noto per essere particolarmente contagioso e per causare forme gravi della malattia. In Australia, dove l’influenza colpisce con qualche mese di anticipo rispetto all’Italia, ha provocato oltre 15 milioni di contagi e un numero significativo di ricoveri. Questa variante può colpire più duramente anche per via della sua capacità di infettare organi come i polmoni, il cuore e il cervello, aumentando il rischio di polmoniti, epatiti e persino encefaliti. Secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), quest’anno è atteso un aumento dei casi di encefalite. Il virus può anche indurre “nebbia mentale” e confusione, sintomi che compromettono il gusto, l’olfatto e perfino la capacità di riconoscere le persone.
In merito alla “influenza australiana,” Bassetti ha chiarito che questo termine è improprio, poiché ogni anno l’influenza inizia a circolare in Australia per motivi climatici, ma non esiste un’influenza specificamente australiana. In realtà, il virus H3N2 è solo uno dei sottotipi dell’influenza A, e alterna la sua diffusione con altri virus influenzali come H3N1. Quest’anno si teme una stagione più intensa perché H3N2 ha circolato poco di recente, lasciando le difese immunitarie di molti più deboli.
La scarsa esposizione al virus in precedenza potrebbe far sì che questo colpisca particolarmente i giovani. Inoltre, data la minore immunità generale nella popolazione, sono previste più complicazioni rispetto agli anni scorsi. La maggior parte degli italiani non si vaccina contro l’influenza: solo un 20% della popolazione generale e circa il 50% degli over 60. “Vaccinarsi è la soluzione più furba” ha dichiarato Bassetti, sottolineando l’importanza della vaccinazione non solo per i soggetti fragili, ma per tutti. Meno persone vaccinate significa un maggiore impatto non solo sulla salute, ma anche sul sistema sanitario ed economico.