La prima volta poteva essere un incidente della Storia, ma il bis di Trump non lo è. Siamo oggi ad un preciso momento di svolta di quello che potremmo definire il nuovo millennio. I primi giorni di questo secolo furono segnati dalla paura del millennium bug, ma non successe nulla, per cui le persone pensarono come nel secolo precedente, il ‘900, che quel mondo ONU delle nazioni uscite dalla guerra dovessero continuare per sempre nella pace, nello sviluppo, e soprattutto nella democrazia, dopo i totalitarismi. L’America era il faro di questa teoria della Democracy for all, ovviamente ottenuta, raramente, a qualunque prezzo, con tante guerre regionali negli scontri per interposte potenze. Ora questo mondo del mito democratico è tramontato insieme all’Occidente. Potremmo simbologicamente dire che è l’attentato a Trump, il lampo della sua vittoria, come l’attentato a Cesare segnò la fine della Repubblica e l’avvento dell’Impero. Siamo entrati, se vediamo le foto dei potenti di questo millennio, nel mondo dell’Autocrazia. Putin, Trump, Xi Jimping, Modi, ma anche Erdogan, Netanyahu, Khamenei, Bin Salman, Lula. Questo modo di gestire le masse, più che i popoli, arriverà presto in Europa: c’è già Orban, presidente del Consiglio europeo, ma la Germania si prepara al voto nella confusione più totale derivante dalla recessione. Il rischio è passare dal Woke alla brace, ma la deriva del mondo è ineludibile. Gli tsunami non si possono fermare, si può solo resistere al suo passaggio, per chi può, in attesa di un’altra svolta. Ma dopo l’autocrazia, solitamente c’è la tirannia. Ce lo dice la Storia, studi che i democratici mondiali evidentemente hanno tralasciato. Ai nazionalisti non servono, loro parlano alla pancia, è più semplice.
Pubblicato: 07/11/2024 15:56