Una studentessa iraniana, arrestata per essersi spogliata nel campus dell’Islamic Azad University di Teheran in segno di protesta, sarebbe ora vittima di presunte torture in un ospedale psichiatrico. Amnesty International ha denunciato una situazione “allarmante”, affermando di avere prove che il regime iraniano utilizzi torture come l’elettroshock e la somministrazione forzata di farmaci contro manifestanti e detenuti politici internati in strutture psichiatriche statali, etichettandoli come “mentalmente instabili”.
Leggi anche: Iran, la studentessa che si è spogliata ha infranto la legge. “Video immorali”
Leggi anche: Tortura il padrone di casa e lo incatena a un termosifone per due giorni: arrestato
L’accusa di Amnesty e del Chri
Secondo quanto riferito, la studentessa è stata arrestata dalle forze di polizia iraniane dopo aver contestato il codice di abbigliamento islamico imposto dalle guardie del campus. Il Center for Human Rights in Iran (Chri) ha definito il suo arresto un vero e proprio “rapimento”, denunciando come le autorità utilizzino la forza per trasferire manifestanti in ospedali psichiatrici al fine di silenziare il dissenso. Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del Chri, ha sottolineato: “Le autorità iraniane utilizzano sistematicamente l’ospedalizzazione psichiatrica obbligatoria come strumento per reprimere il dissenso, etichettando i manifestanti come mentalmente instabili per minarne la credibilità”.
Uno strumento di repressione
Ghaemi ha inoltre condannato il trasferimento dei manifestanti pacifici in ospedali psichiatrici come una forma di “detenzione arbitraria” e “rapimento”. Questa pratica, secondo il direttore del Chri, rappresenta una “strategia illegale e pericolosa per screditare gli attivisti”. Amnesty evidenzia che trattamenti come le percosse e l’uso forzato di medicinali psichiatrici non sono altro che un metodo per soffocare il dissenso, riducendo i manifestanti al silenzio.