Ospite a Verissimo, Stefania Craxi ha condiviso il ricordo intenso e doloroso degli ultimi anni del padre, Bettino Craxi, leader socialista ed ex presidente del Consiglio italiano, deceduto nel 2000 durante il suo esilio in Tunisia. Il racconto, carico di emozione, ha toccato i momenti finali della vita di Craxi e la sofferenza della famiglia, che lo ha visto spirare “tra le mie braccia”, ha detto la figlia, rivelando la sua angoscia per non aver potuto fare di più.
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La salute in declino e la lotta per le cure adeguate
Secondo Stefania Craxi, le condizioni di salute del padre peggiorarono sensibilmente durante gli anni trascorsi in Tunisia. Malato di diabete, Bettino Craxi visse senza un accesso alle cure mediche necessarie per sei anni. “I medici tunisini hanno fatto il possibile, ma mancavano delle attrezzature adeguate”, ha spiegato Stefania, sottolineando la sua frustrazione per non essere riuscita a far rientrare il padre in Italia per le cure di cui aveva bisogno. La malattia, nonostante gli sforzi locali, si aggravò irreversibilmente, portando Craxi alla morte circa un mese dopo un intervento chirurgico.
“All’ombra della storia”: un tributo alla memoria del padre
Durante l’intervista, Stefania Craxi ha presentato il suo libro, “All’ombra della storia”, scritto per “raccontare bene chi è stato mio padre” e “la politica fatta come si deve” che lui rappresentava. La pubblicazione intende riabilitare la memoria del leader socialista, esiliato e spesso criticato, e risvegliare il dibattito sulla sua figura politica, ormai centrale nella storia italiana del Novecento.
L’assenza del funerale di Stato: “Una grande ipocrisia”
Un momento carico di significato è stato il racconto della proposta ricevuta da Palazzo Chigi per un funerale di Stato per Bettino Craxi, proposta che Stefania rifiutò. “Se Craxi aveva diritto ai funerali di Stato, aveva diritto di essere curato da uomo libero nel suo Paese. Ma non è stato possibile”, ha dichiarato con amarezza, definendo l’offerta “una grande ipocrisia”. Questo rifiuto rappresenta simbolicamente la lotta della famiglia per riaffermare la dignità dell’ex premier, le cui scelte e ideali politici restano, ancora oggi, oggetto di un acceso dibattito pubblico.