Un’altra giovane vita spezzata nel cuore di Napoli, tra le ombre di una criminalità dilagante e un drammatico gioco finito in tragedia. Arcangelo Correra, appena 18 anni, è morto dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile partito accidentalmente da una pistola detenuta illegalmente, mentre si trovava in compagnia di amici in piazza Sedil Capuano. A premere involontariamente il grilletto è stato Renato Benedetto Caiafa, 19 anni, fratello di Luigi Caiafa, il giovane ucciso quattro anni fa durante un tentativo di rapina. Renato, sconvolto dal rimorso, ha raccontato ai poliziotti come sono andati quei terribili momenti: «Non volevo, per me era un fratello».
Le dichiarazioni di Renato Caiafa
Nella questura di Napoli, accompagnato dall’avvocata Antonella Recano, Renato Caiafa ha ricostruito i fatti, ancora scosso e tra le lacrime. «Che guaio ho combinato. Non pensavo fosse vera, non avevo mai visto una pistola prima. Stavamo giocando», ha spiegato il giovane, che in un primo momento non aveva compreso la gravità dell’accaduto. Solo alla vista del sangue sul corpo di Arcangelo ha realizzato la portata della tragedia, ripetendo disperato: «Non volevo, non volevo».
Secondo le indagini condotte dalla Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, i ragazzi avevano trascorso la serata insieme e, rientrando, avrebbero notato una pistola abbandonata sul pneumatico di un’auto. Un’arma vera e carica, una Beretta calibro 9.21, che il gruppo avrebbe raccolto con l’idea di “giocare”. Ma quel gioco innocente si è trasformato in pochi istanti in tragedia: un colpo è partito, colpendo Correra alla testa. Subito, Caiafa e gli altri ragazzi hanno tentato una disperata corsa in ospedale, ma per Arcangelo non c’è stato nulla da fare: è morto poco dopo il ricovero al Vecchio Pellegrini.
Ora Caiafa è in stato di fermo, accusato dei reati di porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione, come stabilito dal provvedimento firmato dal pm Ciro Capasso. Le autorità continuano a indagare per chiarire ogni aspetto di questo tragico episodio, che rappresenta un nuovo capitolo nella serie di violenze che hanno scosso la città: Correra è infatti la terza vittima minorenne in appena 17 giorni, un dramma che solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza e sulla facilità di accesso alle armi.
Di fronte a questa ennesima tragedia, il questore di Napoli ha lanciato un grido d’allarme: “Da soli non possiamo farcela. È troppo facile procurarsi una pistola”. Le parole del questore riflettono una realtà che sembra ormai sfuggire al controllo delle forze dell’ordine, evidenziando la necessità di interventi strutturali e di una presa di posizione decisa per arginare l’ondata di violenza e salvaguardare le giovani generazioni di Napoli.