A Bellaria Igea Marina un episodio di violenza domestica ha portato all’arresto di un 50enne, cuoco stagionale di origine barese, che avrebbe torturato il coinquilino, un 43enne che due anni fa gli aveva affittato una stanza. Secondo le ricostruzioni, l’aggressore avrebbe incatenato la vittima a un termosifone per due giorni, impedendogli di chiedere aiuto. Alla fine, il 43enne è riuscito a gettare un’agenda dalla finestra con una richiesta di soccorso: “Aiuto, mi ha legato, chiamate i carabinieri”. A raccogliere il messaggio è stata una cugina che vive accanto, la quale ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine.
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I carabinieri sono intervenuti sul posto e hanno arrestato il 50enne, accusato di sequestro di persona e maltrattamenti. Durante la perquisizione, hanno trovato anche della droga. L’uomo, difeso dall’avvocato Thomas Russo, è stato portato davanti al giudice per le indagini preliminari.
Dettagli inquietanti
Le indagini hanno fatto emergere ulteriori dettagli inquietanti. Da quanto trapela, il cuoco avrebbe smesso di pagare l’affitto e avrebbe preteso l’uso esclusivo della camera, costringendo il coinquilino a dormire sul divano. Inoltre, avrebbe sottoposto la vittima a insulti, minacce e persino torture fisiche. In un’occasione avrebbe scaldato un ferro rovente e “marchiato” la mano del coinquilino; un’altra volta lo avrebbe legato con fili elettrici e aggredito mentre dormiva. Ancora, con una mazzetta da muratore l’uomo avrebbe costretto il 43enne a un gioco sadico, facendogli porre la mano su una lastra di marmo e minacciando di colpirla.
La vittima, sotto minaccia di ulteriori violenze e del possibile intervento di presunti “albanesi” chiamati dal carceriere, non aveva osato chiedere aiuto fino alla disperata richiesta scritta.