Il tramonto dell’egemonia americana e le sfide per Trump: un nuovo disordine globale
Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, si apre una nuova fase di disordini e sfide interne per gli Stati Uniti, un Paese che sembra sempre più diviso e fragile sotto la pressione di profondi contrasti interni e da un inarrestabile declino internazionale. A delineare questo scenario complesso è Lucio Caracciolo, che analizza la crisi dell’influenza americana nel mondo e gli ostacoli che il Presidente troverà nel tentativo di riaffermare il suo potere.
Gli Stati Uniti: un gigante in declino
Caracciolo sostiene che Trump, pur essendo presidente, non è il padrone degli Stati Uniti e tanto meno dell’intero globo. La potenza americana, un tempo guida unipolare, mostra segni di declino senza che nessuna altra Nazione sia in grado di sostituirla. Questo lascia il campo a un mondo dominato dall’anarchia geopolitica e dall’incertezza economica, in cui le vecchie certezze sono ormai scomparse.
Lo storico Niall Ferguson paragona la situazione attuale degli Stati Uniti agli ultimi anni dell’Unione Sovietica, con un sistema interno in decomposizione e una società frammentata. La frattura fra élite e popolo, dice Caracciolo, crea due mondi incompatibili che si accusano reciprocamente: da una parte “deplorevoli bifolchi”, dall’altra “arroganti senza patria”. Solo quattro matrimoni su cento sono “misti” tra democratici e repubblicani, un segno della profonda spaccatura nazionale.
Trump e l’ostacolo dello Stato profondo
Tra gli ostacoli principali che Trump dovrà affrontare, Caracciolo evidenzia la resistenza del Deep State e della burocrazia americana. Congressisti, funzionari e tecnocrati, molti dei quali vedono Trump come una minaccia, potrebbero ostacolare i suoi decreti, considerandolo un dovere patriottico. E lo stesso Trump, che ha certamente una visione economica precisa, non saprebbe esattamente cosa vuole fare di fronte a un panorama così frammentato.
Questa divisione interna riflette una crescente difficoltà degli Stati Uniti nel mantenere la tradizionale influenza globale. Trent’anni fa, gli Stati Uniti erano visti come una “Nuova Roma” al culmine di un “momento unipolare”, con alleati che seguivano la loro guida. Oggi, invece, molti ex alleati sfruttano l’America per i propri interessi, come nel caso di Israele, che agisce più da pari che da subordinato.
L’incognita Elon Musk
Infine, Caracciolo identifica una figura chiave che potrebbe complicare ulteriormente il panorama: Elon Musk. Descritto come una “stella” indipendente, Musk non riflette la luce di Trump ma brilla di luce propria. Con una strategia geopolitica e tecnologica autonoma, Musk si è dimostrato capace di collaborare con cinesi e russi, sfidando implicitamente l’autorità americana.
Musk, che non può candidarsi alla presidenza per la sua nascita sudafricana, sembra però avere ambizioni che vanno ben oltre il ruolo di semplice imprenditore. Mentre Trump tenta di ristabilire il controllo, Musk segue una propria agenda, guardando a Marte e plasmando i suoi progetti senza lasciarsi vincolare dalla politica americana.
Conclusioni
Lo scenario delineato da Caracciolo è quello di un disordine globale, in cui gli Stati Uniti, pur rimanendo una grande potenza, faticano a gestire le proprie divisioni interne e perdono progressivamente il controllo internazionale. Con l’emergere di figure come Musk, la sfida all’egemonia americana potrebbe trovare nuove modalità, lasciando Trump a destreggiarsi tra l’opposizione domestica e la crescente incertezza geopolitica.