Nel confronto con le sigle sindacali a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha attaccato i sindacati e Maurizio Landini, segretario della Cgil, che qualche giorno fa aveva invocato una “rivolta sociale” contro la manovra del governo. Una protesta che dovrebbe culminare con uno sciopero generale previsto per il 29 novembre. Landini, insieme alla Uil, ha criticato duramente le politiche economiche dell’esecutivo, ma la premier ha risposto puntando il dito contro le scelte dei governi passati.
Meloni ha sottolineato come l’attuale esecutivo abbia introdotto un cambiamento sostanziale nella gestione delle risorse pubbliche. “La solidità, la credibilità e il coraggio di questo governo” ha dichiarato la Premier, “hanno consentito di far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della Legge di Bilancio. Un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la Manovra economica si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale“.
Uno Sciopero che Divide
Le parole della premier segnano un clima di scontro sempre più acceso con i sindacati, che accusano il governo di penalizzare i lavoratori e la classe media. La manovra economica, che ha visto l’introduzione di nuove misure fiscali e tagli alla spesa pubblica, è stata criticata perché, secondo Landini e i suoi, non affronta in modo efficace il caro-vita e le difficoltà economiche delle famiglie.
Lo sciopero generale del 29 novembre si preannuncia così come una prova di forza tra sindacati e governo, con Landini deciso a portare avanti la mobilitazione per dare voce ai lavoratori insoddisfatti. Le parole di Meloni lasciano intendere che l’esecutivo rimarrà fermo sulle proprie decisioni.
Il confronto tra Meloni e Landini apre una riflessione più ampia su come l’approccio verso il settore bancario sia cambiato nel tempo. La premier ha voluto evidenziare una differenza con le scelte dei governi passati, accusati di sostenere le banche senza che vi fosse un’analoga reazione da parte dei sindacati, accusati apertamente di essere incoerenti.