Non si placa lo scontro tra governo e magistratura. Da un lato, figure come il ministro Nordio promuovono un abbassamento dei toni, invocando rispetto per il lavoro della magistratura e invitando alla critica costruttiva. Dall’altro, il vicepremier Salvini si scaglia con aggressività, sottolineando la presunta politicizzazione della magistratura con accuse contro le “toghe rosse”. In tal proposito è intervenuta la presidente di Magistratura democratica Silvia Albano sottolineando che i magistrati “non hanno in tasca il libretto di Mao né il Capitale di Marx, ma la Costituzione” e che non c’è “nessuna intenzione di andare allo scontro con il governo”. Così Salvini ha risposto a tono: “Quei giudici, pochi per fortuna, che invece di applicare le leggi le stravolgono e boicottano, dovrebbero avere la dignità di dimettersi, di cambiare mestiere e di fare politica con Rifondazione Comunista. Sono un problema per l’Italia“. Insomma, uno scontro senza esclusione di colpi.
Poi il riferimento al periodo berlusconiano. Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia (Area) ha dichiarato: “Speriamo che il governo superi le divisioni e prevalga la linea della razionalità di Nordio su quella di Salvini. Purtroppo il clima attuale è peggiore di quello ai tempi del governo Berlusconi. Prima erano i pubblici ministeri le toghe rosse e ora le toghe rosse ci sono invece dappertutto, anche nei tribunali civili che si occupano di immigrazione. Faccio appello ad un rinnovato senso istituzionale. Stiamo parlando di istituzioni dello Stato, non stiamo parlando di uno scontro tra persone. E io mi preoccupo sempre di come può essere percepito tutto questo dai cittadini che sono disorientati, non sanno cosa stia accadendo intorno ad un problema importante che io non sottovaluto per nulla che è il controllo e la gestione dell’immigrazione”.
Infine la proposta di riforma per la separazione delle carriere dei magistrati. Tema ampiamente sostenuto dalla destra che riflette l’intenzione di limitare l’interferenza tra ruoli e di ottenere un assetto giuridico in cui i magistrati non possano essere sospettati di parzialità. Per accelerare i tempi la Commissione affari costituzionali approverà il disegno di legge in modo che arrivi in aula alla Camera entro fine novembre. E Salvini ricorda che “anche Falcone era favorevole alla separazione delle carriere”.