La Germania sta sprofondando in una crisi politica ed economica sempre più profonda. In un momento delicato per l’economia tedesca, Deutsche Bank ha annunciato tagli significativi che riguardano sia il personale che le operazioni di filiale. L’istituto finanziario ha infatti licenziato 111 dirigenti senior nelle unità retail e private wealth come parte di un nuovo piano di ristrutturazione. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre il rapporto costi/ricavi al 60-65% entro il 2025 rispetto all’attuale 80%.
Chiusura di oltre 300 filiali e riduzione dei costi per consulenze esterne
Oltre ai licenziamenti, Deutsche Bank ha previsto la chiusura di oltre 300 filiali, una misura che riflette la crescente digitalizzazione dei servizi bancari e una tendenza globale verso la riduzione delle spese operative. Il piano di ristrutturazione prevede inoltre il taglio del 75% delle spese per i consulenti esterni, una decisione che nelle intenzioni dovrebbe contribuire a rendere la banca più competitiva e a migliorare la redditività nel medio termine.
Le vicende legali di Deutsche Bank e il caso di collusione nel mercato obbligazionario
Parallelamente, il settore finanziario europeo è stato scosso da una recente sentenza del Tribunale dell’Unione Europea, che ha confermato l’accusa di infrazione nei confronti di Crédit Agricole e Credit Suisse. I due istituti sono stati riconosciuti colpevoli di collusione nel mercato secondario delle obbligazioni sovrane denominate in dollari (SSA bonds), per aver stipulato accordi sulle strategie di negoziazione e determinazione dei prezzi, oltre allo scambio di informazioni commercialmente sensibili.
In questo contesto, Deutsche Bank si è vista “graziata” dalla Commissione Europea: grazie alla sua collaborazione durante l’inchiesta, ha ottenuto l’immunità dalle multe, mentre Bank of America e Credit Suisse sono state multate rispettivamente per 12,6 e 11,9 milioni di euro.