Una tragedia inaspettata e straziante ha colpito Stefania Guadagna, una donna di Treviso di 59 anni, che al rientro dalle vacanze ha scoperto che la sua cagnolina Nina, un bassotto di undici anni, era stata cremata senza che lei ne fosse stata informata. La vicenda, che ha scosso profondamente la proprietaria, ha portato Stefania a intraprendere un percorso legale per ottenere giustizia. Ma ci sarebbe un’altra morte sospetta che riguarda un cane affidato alla stessa dog sitter. Si tratterebbe di un golden retriever di nome Ray di sei anni, morto per un colpo di calore. Secondo la ricostruzione pubblicata da Il Gazzettino, il cane sarebbe stato lasciato in giardino senza acqua, sotto il sole rovente di luglio e una temperatura di oltre 38 gradi. L’animale apparteneva al compagno della deputata di Fratelli d’Italia Eliana Longi che ora chiede la riapertura dell’inchiesta sulla morte del bassotto, archiviata dal gup di Treviso.
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“Se la Procura non lo farà, provvederemo attraverso la commissione parlamentare d’inchiesta”, promette Longi. “Se ci fossero altre segnalazioni ci difenderemo nelle sedi opportune. – replica l’avvocato Guido Galletti, legale della dog sitter -. Il procedimento relativo alla morte del bassotto è stato archiviato: il gup ha rilevato che non c’era nulla di penalmente rilevante nella condotta della mia assistita”.
La storia del bassotto
I fatti che riguardano la povera bassottina risalgono all’estate del 2023. A fine luglio, Stefania decide di partire per le vacanze e affida Nina e Pluto, un altro bassotto di famiglia, alla sua dog sitter di fiducia a Villorba. La stessa dog sitter, una 30enne, si era già occupata dei suoi animali in diverse occasioni, ed entrambi i cani, soprattutto Nina, sembravano adorarla come una “seconda mamma”. La richiesta di Stefania era semplice: desiderava essere aggiornata regolarmente sulle condizioni dei suoi amati animali, come sempre accadeva. Tuttavia, questa volta, qualcosa di strano si era manifestato fin dai primi giorni di assenza della proprietaria. La dog sitter era diventata sempre più sfuggente e restia a fornire aggiornamenti. “Non rispondeva alle chiamate né ai messaggi e faticava a mandarmi le foto che le chiedevo”, racconta Stefania al Gazzettino.
Preoccupata, Stefania aveva persino contattato il padre della dog sitter, che, in una telefonata frettolosa, aveva rassicurato la donna affermando che “gli animali stavano bene” e che la figlia l’avrebbe richiamata a breve. Ma al suo rientro il 2 settembre, il dramma: Nina non era più lì, e Stefania si è trovata davanti una realtà sconvolgente.
Lo shock al rientro
Appena atterrata, Stefania si è recata dalla dog sitter per riprendere i suoi cani. Ad accoglierla in giardino c’era solo Pluto, in condizioni pietose: sporco, denutrito e agitato, tentava di arrampicarsi disperatamente sul cancello. “Non l’ho mai visto così”, racconta Stefania con il cuore spezzato. Ma di Nina non c’era traccia, così come della dog sitter stessa. Solo successivamente Stefania scoprirà la verità: Nina era morta durante le cinque settimane di vacanza e il suo corpo era stato cremato senza il consenso della proprietaria. “Avevamo un legame pazzesco: Nina era parte della mia famiglia. Non mi fermerò finché non avrò giustizia”, afferma con determinazione.
La denuncia
Decisa a fare luce sull’accaduto, Stefania ha presentato una denuncia per uccisione e maltrattamento di animali e abbandono. La perdita di Nina è resa ancora più dolorosa dal fatto che la cagnolina era in perfetta salute, come certificava un check-up veterinario effettuato pochi mesi prima. “Vorrei sapere come è morta, ma visto che il corpo è stato cremato, mi è stata negata la possibilità di capirlo”, dichiara con amarezza.