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Autonomia differenziata, la Corte Costituzionale affonda la riforma di Calderoli (e Salvini)

Pubblicato: 14/11/2024 18:36

La Corte Costituzionale esprime la sua posizione sulla questione dell’autonomia differenziata: «La questione di costituzionalità relativa all’intera legge non è fondata, tuttavia alcune disposizioni specifiche si rivelano illegittime. Adesso spetta al Parlamento intervenire».

Per quanto concerne l’autonomia differenziata, la Corte ha presentato una decisione parziale riguardo al ricorso contro la normativa che consente alle regioni a statuto ordinario di richiedere «forme e condizioni particolari di autonomia».

Il ricorso era stato presentato da alcune Regioni, tra cui Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, mentre il governo aveva difeso la legge in questione, supportato da specifici atti delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto.

Nello specifico, la Corte ha dichiarato «non fondata la questione di costituzionalità relativa all’intera legge sull’autonomia differenziata», pur considerandone «illegittime alcune disposizioni specifiche».

Il principio cardine della sussidiarietà Secondo la Corte, «l’articolo 116, terzo comma, della Costituzione – che regola l’attribuzione a regioni ordinarie di forme e condizioni particolari di autonomia – deve essere interpretato nell’ambito della forma di Stato italiano. Questo articolo riconosce non solo il ruolo importante delle regioni e la possibilità di ottenere autonomia particolare, ma anche principi fondamentali come l’unità della Repubblica, la solidarietà tra le regioni, l’eguaglianza, la garanzia dei diritti dei cittadini e l’equilibrio di bilancio».

La ripartizione delle funzioni legislative e amministrative tra i vari livelli di governo deve essere effettuata «in funzione del bene comune e della protezione dei diritti stabiliti dalla nostra Costituzione»: a questo proposito, «è il principio di sussidiarietà che regola tale ripartizione tra Stato e regioni».

Pertanto, l’autonomia differenziata dovrebbe essere «orientata a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, a garantire una maggiore responsabilità politica e a rispondere in modo più adeguato alle esigenze e ai bisogni dei cittadini».

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